[Napoli,Roma] Poste Italiane questa volta il “pacco” te lo facciamo noi.

No ai licenziamenti dei lavoratori della Gepin Contact!

Se vivete a Napoli o a Roma e stamattina andrete a compiere qualche commissione all'ufficio postale verrete a conoscenza, a proposito di Poste italiane, di qualcosa che forse ancora non sapevate.
Infatti i lavoratori e le lavoratrici della Gepin contact, insieme al Clash City Workers e alla Camera Popolare del Lavoro, hanno voluto ricordare a Poste italiane, l'azienda per la quale per anni hanno lavorato come servizio clienti in outsourcing, quali siano le sue responsabilità riguardo al licenziamento di 450 persone divise tra le sedi di Napoli (Casavatore, per essere precisi) e Roma.
Attraverso un affissione sui muri di alcune delle filiali, assieme ai lavoratori che da mesi stanno mettendo in campo una dura lotta per scongiurare tali licenziamenti, abbiamo voluto informare i clienti delle Poste del fatto che questa partecipata dallo Stato, unica azienda committente della Gepin Contact, attraverso la decisione di non rinnovare più l’appalto senza garantire la continuità lavorativa ai 450 lavoratori, è la ragione dei licenziamenti che oggi sono sul tavolo.
Come i lavoratori hanno più volte ribadito in queste settimane, Poste Italiane non può semplicemente lavarsi le mani di quanto sta accadendo. Le sue responsabilità sono palesi e vi deve far fronte. In gioco, infatti, non è la sopravvivenza di una realtà aziendale come la Gepin Contact, ma il futuro lavorativo di centinaia di lavoratrici e lavoratori, nonché la vita e il futuro delle loro famiglie, le quali a prescindere da chi vinca o perda l'appalto devono poter mantenere la propria fonte di reddito.
Quali siano i dettagli di questa vertenza sono spiegati dai manifesti che i lavoratori hanno voluto affiggere, rivolgendosi ai clienti di Poste.
Qui sotto il testo:


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Gentile Cliente,
siamo i lavoratori che negli ultimi anni si sono occupati della sua assistenza telefonica per conto di Poste Italiane.
Siamo 800 persone che con professionalità hanno fatto di tutto per fornire ai clienti di Poste il miglior servizio possibile.
La volevamo informare però del fatto che da un po' di tempo a questa parte Poste Italiane, la società a cui lei affida i suoi pacchi, le sue lettere e i suoi soldi non è affidabile.
Come altro chiamare un'azienda che affida la sua “voce”, il suo contatto con il pubblico a una azienda di call center, la Gepin Contact, e che successivamente, non rinnovando l'appalto, non si interessa minimamente di noi lavoratori e rischia così di mettere in mezzo alla strada 352 persone, alcune anche dopo più 10 o 15 anni di lavoro? Noi avevamo affidato il nostro lavoro, il nostro salario e il nostro futuro alla serietà e alla responsabilità di Poste italiane. Adesso questa azienda si sta dimostrando inaffidabile.
Ebbene sì, Poste, che potrebbe tranquillamente applicare la normativa esistente, la cosiddetta “clausola sociale”, potrebbe così facilmente evitare che 352 persone perdano il posto di lavoro, a prescindere dall'azienda a cui il servizio sarà affidato.
Per farlo, come dicevamo, basta applicare alcune norme, come la clausola sociale, ed evitare gare al massimo ribasso. Poste infatti, azienda sì privata, ma controllata dallo Stato (il che rende la situazione ancora più vergognosa), affida i suoi appalti con gare che addirittura risultano al di sotto di quanto stabilito dal contratto collettivo nazionale di settore. Si impoveriscono i lavoratori e si peggiorano i servizi per i clienti.
Sono queste le rivendicazioni che i lavoratori oramai da più di due mesi stanno chiedendo a gran voce con scioperi, interviste, cortei, manifestazioni e presidi che hanno attraversato anche la nostra città. Vogliamo che Poste si prenda le sue responsabilità, si sieda al tavolo di trattativa e garantisca, in ogni caso e a prescindere da chi si aggiudichi l'appalto, la continuità del posto di lavoro a 450persone che, seppur tramite una diversa azienda, hanno sempre lavorato proprio per Poste. La procedura di mobilità in atto terminerà il prossimo 31 maggio, ancora qualche giorno e saremo senza lavoro.
Vogliamo raccontare questa storia, la nostra storia, a tutti i clienti di Poste e chiedere anche il vostro supporto. Se pensate che non sia giusto quello che sta succedendo, potete fare quello che fanno tutti i clienti che non sono soddisfatti del comportamento dell'azienda alla quale si rivolgono: scrivere un reclamo.
Questi sono gli indirizzi di Poste per inviare un reclamo:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
reclami.bancoposta@pec.
basterà inviare una mail con scritto: NESSUN LICENZIAMENTO!
Ringraziamo tutti per il sostegno che vorrete darci.

NESSUN LICENZIAMENTO!
LAVORO C'E' MANCANO I DIRITTI!

 

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