[Napoli] Gli operai dell’Alenia di Capodichino bloccano il traffico contro la cessione dello stabilimento

Da settimane si protrae il malcontento operaio all’Alenia di Capodichino (NA), in particolare da quando sono iniziate a trapelare informazioni in merito al piano industriale di Finmeccanica, così come presentato dall’amministratore delegato e direttore generale Moretti.

Difatti, il progetto prevede la cessione dello stabilimento dell’Alenia di Capodichino all’azienda Atitech, di proprietà dell’imprenditore, nonché politico, Gianni Lettieri, per la costituzione del Polo della manutenzioni aeronautiche. Una cessione che agli occhi dei 180 lavoratori del sito presenta però troppe ombre e poche, pochissime, luci. Gli operai, secondo i piani delle due aziende, dovrebbero tra l’altro entrare a far parte di una newco, il che permetterebbe, sulla carta, di cambiare anche i regimi contrattuali cui gli operai sono ad oggi sottoposti (ci sarebbe, in astratto, la possibilità di un passaggio dal contratto metalmeccanico, oggi vigente per i lavoratori dell’Alenia, a quello dei trasporti, invece valido per quelli della Atitech, sebbene siano già giunte smentite).

Per di più i nuovi assunti andrebbero a ricadere immediatamente sotto il regime previsto dal Jobs Act, con tutto ciò che questo comporta in termini di minori tutele rispetto ai licenziamenti, e, se i decreti arriveranno per tempo, anche in termini di demansionamento. Alla faccia dei “vecchi” lavoratori garantiti di cui ciarlano senza pausa Renzi e Poletti!
 Gli operai e gli impiegati oggi hanno deciso di uscire dalla fabbrica e di bloccare una delle principali arterie stradali della città (piazza Di Vittorio), rimettendo così al centro dell’attenzione le proprie sorti, sospese tra un presente difficile ed un futuro che per molti rischia di diventare pura angoscia.

Dall’altra parte, Alenia e Atitech cercano di rassicurare, snocciolano dati e proiezioni (si parla di ore di lavoro triplicate, 270 assunzioni in 5 anni e altre 300 a regime) e chiedono fiducia. Fiducia che viene chiesta a lavoratori che quotidianamente vengono contrapposti a loro colleghi di altri stabilimenti, non solo a parole, ma anche con lo spostamento di produzioni da un sito all’altro (ad esempio il C27J che viene spostato da Capodichino a Torino). Fiducia nei confronti di un management che da anni è sempre pronto ad accusare i lavoratori per i problemi dell’azienda, condannandoli e colpendo la dignità lavorativa di migliaia di lavoratori e lavoratrici. Oppure la fiducia di questi operai dovrebbe essere riposta negli esponenti politici, locali e nazionali, che all’incontro pubblico del 2 aprile presso la biblioteca comunale di Casoria, hanno saputo solo o disertare l’invito fatto dagli operai, o presenziare ed intervenire promettendo niente poco di meno che interrogazioni e interpellanze? Tutta carta che, umilmente, ci permettiamo di chiedere venga risparmiata. Almeno il pianeta si gioverà dell’incapacità della classe politica.

L'unica fiducia che questi lavoratori, e noi insieme a loro, possono avere è soltanto nel loro coraggio, nella loro determinazione, nella loro capacità di mobilitazione e di costruzione di percorsi di lotta che valichino i confini della fabbrica e esondino quanto meno in tutta la città...

Fonti:
Il Mattino 12

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