[Avellino] Lettera dei forestali che “pretendono” gli stipendi arretrati

Quella dei forestali è una categoria fortemente bistrattata. Di quando in quando assurgono agli onori della cronaca: praticamente mai per il lavoro che portano avanti quotidianamente, raramente per le vertenze lavorative che li riguardano, troppo spesso perché additati come simbolo degli sprechi e del malcostume imperante soprattutto in alcune regioni del Sud Italia.

Tuttavia, proprio la settimana scorsa, abbiamo avuto a Benevento una delle tante dimostrazioni pratiche dell’utilità sociale del loro lavoro. Difatti, secondo quanto riporta Il Mattino, “Agenti del Corpo Forestale hanno scoperto una discarica abusiva”. Ma c’è di più: gli 800 metri quadrati contenevano infatti, oltre che rifiuti di vario genere, anche pannelli di eternit, il famoso amianto. Si tratta solo di un esempio, certamente. Ma abbastanza significativo perché mostra il ruolo che questi lavoratori possono avere per la nostra salute e la nostra sicurezza.

A maggior ragione fa quindi rabbia che tantissimi di loro siano costretti a lavorare per mesi e mesi senza alcuno stipendio. In passato abbiamo già documentato qualche caso, come quello di alcuni dei forestali dell’avellinese o del salernitano. Oggi, 23 ottobre 2014, abbiamo dato visibilità all’occupazione della comunità montana da parte dei forestali di Giffoni (SA).

In tutti questi casi, stiamo parlando di persone che lavorano da mesi senza percepire alcuno stipendio. Con tutte le conseguenze del caso, dalla difficoltà di garantire a sé stessi e ai propri cari un’esistenza dignitosa al problema di dover convivere con una situazione di precarietà assoluta e senza che nessuno prospetti alcuna via d’uscita. Conseguenze che emergono in maniera drammatica dalla lettera che i “Lavoratori della Forestazione di Avellino” hanno inviato qualche giorno fa a Gambacorta, presidente della loro provincia, e che pubblichiamo di seguito.

Una lettera chiara, senza fronzoli, in cui i responsabili della situazione attuale sono additati senza troppi giri di parole, così come dove si scrive che “ogni nostro gesto inconsulto è frutto della vostra politica e del vostro disinteresse e quindi voi ne siete moralmente i mandanti e i responsabili”, con riferimento chiarissimo a chi negli anni si è succeduto sulle poltrone politiche della provincia, ma non solo, visto che si tratta di una materia in cui ha il suo ruolo anche la Regione Campania.

Soprattutto, colpisce come con questa lettera non si chieda all’interlocutore di impietosirsi e di elargire una concessione; si tratta, invece, di “pretendere dalla politica e dalle istituzioni quello che ci spetta”. È lo stesso spirito che negli ultimi giorni ha animato diverse piazze in giro per l’Italia, in lotta contro il Jobs Act del governo Renzi. Pretendere, non chiedere. C'è un'enorme differenza...

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"Egregio Presidente Gambacorta,
siamo gli operai della Forestazione della sua Provincia e le scriviamo questa lettera perché abbiamo urgenza di avere risposte sul nostro futuro e su ciò che dobbiamo aspettarci dalla politica, dalle istituzioni e soprattutto da chi queste ha deciso di rappresentare.
Lei conosce bene la nostra situazione dato che non è nuovo nei palazzi provinciali.
Come Assessore Provinciale infatti in passato certamente avrà avuto modo di vagliare le criticità del nostro settore, il nostro stato di precarietà infinita e le condizioni disumane alle quali siamo stati costretti in questi mesi ed anni.
Oggi Lei è Presidente di questa nostra provincia e sapeva già all'atto della sua candidatura che, qualora fosse stato eletto, avrebbe dovuto dare risposte concrete a cittadini come noi che, nonostante ogni giorno si adoperano per evitare o contenere disagi, vivono una quotidianità di stenti per i continui mancati stipendi e la perpetua incertezza di futuro. Spesso , negli ultimi tempi, avete avuto modo di leggere dai giornali di appelli di singoli colleghi che non possono più garantire nulla alle loro famiglie: né cibo, né istruzione, né vita.
Colleghi che denunciano uno stato di abbandono tale da indurli anche a possibili gesti insensati.
Ebbene dovete sapere che ogni nostro gesto inconsulto è frutto della vostra politica e del vostro disinteresse e quindi voi ne siete moralmente i mandanti e i responsabili.
Abbiamo seguito il vostro insediamento alla carica di Presidente sperando in una parola su di noi e su ciò che avremmo dovuto aspettarci da questo nuovo Consiglio e invece niente di niente.
Nessuna parola è stata proferita sulla questione della Forestazione, eppure parliamo di vite umane e di lavoro!
Parliamo di quel lavoro che tanto usate nelle promesse elettorali e che poi non trovate il coraggio di difendere spalleggiati anche da organizzazioni sindacali deboli e attendiste.
Sappiamo bene che il nostro destino dipende dalle scelte politiche della Regione, però sappiamo anche che la delega su di noi spetta alla Provincia.
Siete voi infatti che ci chiamate ogni giorno a lavoro nonostante continuate a dire che non ci sono soldi per pagarci.
Che assurdità : bisogna lavorare e non percepire stipendio! Roba da altri tempi, roba peggio del caporalato!
Come se un padre di famiglia pur sapendo di non avere denaro a disposizione decide comunque di farsi tinteggiare l'appartamento, sarebbe un cattivo padre di famiglia e un pessimo esempio, non le pare?
E allora vede noi non le stiamo scrivendo una lettera mielosa per farci compatire o assistere, noi le scriviamo perché pretendiamo dalla politica e dalle istituzioni quello che ci spetta e la risoluzione di quei problemi che voi vi siete candidati a risolvere !
Noi siamo abituati a lavorare con la natura che non dà scampo, con la terra, alle intemperie, al sole e al freddo, noi non viviamo tutelati nel tepore dei palazzi su comode poltrone e sappiamo che nel lavoro ci vuole rigore, onestà, dedizione, dignità, le stesse cose che vorremmo da voi tutti nel vostro lavoro e quindi verso di noi.
Durante il suo insediamento lei ha parlato di "linguaggio della chiarezza" per far capire ai cittadini cosa la Provincia intende fare! Benissimo noi le stiamo chiedendo proprio questo linguaggio: è disposto a trovare una soluzione per noi? E' disposto a trovare i soldi per gli stipendi arretrati anche al costo paradossale di vendere i beni provinciali?
E' disposto a prendersi la responsabilità di fare chiarezza su questa nostra assurdità?
Se si le chiediamo di non aspettare ancora altri tempi che per noi possono essere mortali, nel vero senso del termine.
Se poi non può darci queste risposte allora le chiediamo almeno l'onestà di rifiutare la delega su di noi o addirittura di trovare il coraggio anche di licenziarci, di chiuderci perché le assicuro che il linguaggio della chiarezza significa proprio questo, cioè dire alle persone cosa possono o non possono aspettarsi dalle istituzioni, perché restare sempre nel vago può fare anche vincere una elezione, ma a lungo andare lascia soli in un arido campo bruciato!
Nel ringraziarla per l'attenzione la preghiamo per una celere risposta".

I lavoratori della Forestazione della Provincia di Avellino.

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Fonti:
Il Ciriaco -Il Mattino

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