Contro la firma dell'accordo della vergogna

Ripubblichiamo la nota di

Il 10 gennaio 2014 i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno firmato, insieme con i rappresentanti di Confindustria, un accordo ("Testo unico sulla rappresentanza") che azzera la democrazia sindacale nelle aziende private, estendendo il modello "Marchionne", già in vigore nel gruppo Fiat, a tutte le aziende private.

Confindustria (ora anche Confcooperative), Cgil, Cisl e Uil con questo testo hanno deciso che solo i sindacati che "accettino espressamente, formalmente e integralmente i contenuti del presente accordo" potranno partecipare alle elezioni rsu e nominare rsa. Ma i sindacati che sottoscrivono questo accordo perdono automaticamente il diritto di sciopero e di azione sindacale conflittuale!

Infatti, laddove un contratto/accordo (aziendale o nazionale) fosse sottoscritto dal 50% + 1 delle rsu/rsa o sindacati di categoria, né i sindacati firmatari né le rsu potranno più organizzare iniziative di sciopero, di lotta o di contrasto sindacale in generale contro quel contratto/accordo. I sindacati firmatari che organizzeranno azioni contro un contratto/accordo che non hanno approvato potranno subire sanzioni economiche (multe che potranno ricadere anche su lavoratori e delegati) e la soppressione di importanti diritti sindacali. Non solo: non sarà nemmeno più possibile organizzare proteste o scioperi durante le trattative! 

Si tratta di un accordo liberticida, che cancella i più elementari diritti, come quello di scioperare contro accordi che non si condividono! 

Facciamo appello alle confederazioni sindacali nazionali, ai sindacati di categoria, ai delegati, ai collettivi aziendali e ai singoli lavoratori o attivisti di tutte le sigle sindacali a:

  1. non accettare il ricatto e non firmare questo accordo in nessuna istanza (nazionale, di categoria, aziendale).
  2. sostenere una campagna di controinformazione in tutti i luoghi di lavoro.
  3. organizzare iniziative di lotta ampie e unitarie in tutte le città, promuovendo momenti di protesta in tutte le città.
  4. Costruire una mobilitazione nazionale fino al ritiro dell'accordo stesso.

Cub Toscana, Rsa Fiom Ferrari, Flmuniti Cub Ferrari, Rsu 47 Bordo Trenitalia Toscana, Licenziati politici Esselunga di Pioltello,  Si.CobasCoordinamento Migranti Verona, Resistenza Operaia - Fiat Irisbus, Usb Cremona, Rsu Cub Cobas Telecom Puglia, Si.Cobas Bergamo, Movimento Cassintegrati Telcom, Cub Sur Modena, Precari della scuola in lotta Modena, Cub Sanità Cremona, Rsa Fisac Cgil Equitalia Nord (CR), Rsu Fiom La Protec San Giovanni in Croce, Cobas Monopoli, Comitato No licenziamenti Eco Leather (BA), Allca Cub Bolzano, Cub Vicenza, Flmu-Cub Telecom Italia (nazionale), Usb Industria Lombardia, Il sindacato è un'altra cosa - opposizione Cgil Puglia, Cobas Comune di Firenze, Coordinamento 3 ottobre (precari scuola) Milano, Usb Lavoro Privato Lecco, Coordinamento Lavoratori Cub Pirelli Bollate, Il sindacato è un'altra cosa - opposizione Cgil Cremona, Cobas P.I. Catania, Cobas Privato Catania, Usb Salerno, Cub Barletta-Andria-Trani, Operai Liberi Fim Cisl Lecco, Il sindacato è un’altra cosa - opposizione in Cgil Vicenza, USI Milano, Cub Caltanissetta, Flaica Uniti Cub Caltanissetta, Cub Poste Padova, Cub Sanità Salerno AOU Ruggi d'Aragona, Confederazione Sindacale Unione Sindacale Italiana USI, Cub-Cobas Comune di Bologna.

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