[Orcenigo - PN] Ideal Standard: i 399 lavoratori a rischio e il muro contro muro dell'azienda

Resta ancora molto calda la situazione dei 399 lavoratori dello stabilimento Ideal Standard di Orcenigo (PN). Che l'impianto fosse destinato alla chiusura era chiaro si da quando, all'inizio di quest'anno, la proprietà (il fondo americano Bain Capital) aveva presentato il piano industriale 2014-2016. La notizia divennne ufficiale lo scorso 5 maggio, data nella quale fu annunciato l'avvio delle procedure di mobilità.

I lavoratori avevano risposto con la volontà di creare una società cooperativa, allo scopo di salvaguardare l'occupazione e rilanciare la produzione. Alla proprietà si chiedeva solo la concreta messa a disposizione di tutti i beni strumentali a condizione di favore. Ma, durante l'incontro tenutosi il 10 luglio al MISE, Ideal Standard si è dichiarata indisponibile ad una soluzione del genere: la chiusura è l'unica strada presa in considerazione. L'azienda ha per giunta rifiutato di fare richiesta per la cassa integrazione in deroga, nonostante il ministero avesse inserito Ideal Standard nella 'short list' delle aziende alle quale destinare la cassa per otto mesi, fino a settembre e poi eventualmente fino a dicembre, il che ha provocato la proclamazione di uno sciopero di due ore, lo scorso 15 luglio, in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo (Orcenico (Pn), Trichiana (Bl), Roccasecca (Fr), la piattaforma logistica di Bassano Bresciano e la sede di Milano).

Il rifiuto della CIGd è venuto nonostante il ministro Poletti abbia recentemente dichiarato alla Camera di aver reperito 400 milioni (e di essere al lavoro per trovarne altri 400) da destinare all'erogazione degli ammortizzatori sociali per il 2013 e per parte del 2014. Dalla Ideal Standard rispondono come un disco rotto: chiudere, chiudere, chiudere.
Intanto, il 22 luglio è stato convocato un ulteriore tavolo al MISE per cercare di giungere ad un accordo. Seguiranno quindi aggiornamenti sulla vicenda.

Fonti:
Il sole 24 ore

Ansa
Repubblica

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