Alitalia: c’è posta per te! Etihad detta le condizioni per investire

Due giorni fa è arrivata la lettera “tanto attesa” che contiene le condizioni della compagnia degli Emirati per investire capitali in Alitalia. Nella stessa giornata, mentre ancora si aspettavano le indicazioni di Etihad, dal tavolo tra l’ex-compagnia di bandiera italiana e i sindacati, è emersa la volontà di quest’ultima di tagliare le spese di circa 400 milioni di euro l’anno, con un risparmio sul costo del lavoro di 48 milioni di euro.

La situazione di Alitalia (e il destino dei suoi dipendenti!) sembra insomma in via di definizione, già oggi pomeriggio l’amministratore delegato Gabriele del Torchio dovrebbe incontrare banche e azionisti per discutere le condizioni poste da Etihad e lunedì volerà ad Abu Dhabi per incontrare il Ceo della compagnia emiratina James Hogan.

A contribuire a questa accelerazione sarebbe stato anche il decreto sulla Liberalizzazione di Linate proposto da Maurizio Lupi in vista dell’expo 2015 di Milano. Il decreto dovrebbe riguardare in realtà sia Malpensa che Linate, cambiando le regole che, attualmente, non consentono voli verso scali di città europee sotto un certo numero di passeggeri: dopo l’accordo sarebbero inserite destinazioni come Zurigo, Istanbul, Mosca e Düsseldorf, città verso le quali si muovono compagnie controllate da Etihad come Air Berlin e Darwin. Si tratta però di un difficile equilibrismo, lo zuccherino da dare alla compagnia emiratina per convincerla definitivamente a stringere l’accordo con Alitalia, potrebbe rivelarsi un boccone indigesto per altre compagnie (Easyjet e Lufthansa in primis) in concorrenza per mantenere i loro spazi sugli scali milanesi.

Tra tanto inchiostro versato in questi giorni riguardo al possibile accordo si trovano però pochissime righe sul destino dei lavoratori Alitalia e sul prezzo che inevitabilmente dovranno pagare, ancora una volta, per questa fusione. Se il decreto sulle liberalizzazioni vuole provare ad invogliare Etihad a sciogliere in fretta le riserve, il vero pezzo forte per determinare i destini della trattativa riguarda infatti l’abbassamento del costo del lavoro. Retribuzioni più basse, blocco degli scatti di anzianità, contrazione dei “tempi morti” per garantire una maggiore produttività: soprattutto di questo si sta discutendo, proprio in queste ore, al tavolo tra azienda e sindacati a Fiumicino e si continuerà a discutere nei giorni che ci separano dal possibile incontro, negli Emirati Arabi, tra gli amministratori delegati delle due compagnie aeree.

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