Viaggio nella Grande Distribuzione: intervista a 8 lavoratori di Leroy Merlin - Roma #8

In occasione della giornata di mobilitazione dell'8 dicembre contro le domeniche e i festivi lavorativi nella grande distribuzione, abbiamo inaugurato questa piccola rubrica "Viaggio nella Grande Distribuzione".

Abbiamo pensato alcune domande per addentrarci nel mondo della grande distribuzione organizzata (GDO), in particolare per quanto concerne il reparto commercio, assieme ai lavoratori e le lavoratrici che hanno risposto e che decideranno di rispondere in seguito. Per cercare di capire meglio come la sfera lavorativa, le modifiche e peggioramenti a cui è sottoposta, vadano non solo a influire sulla nostra condizione lavorativa materiale, ma come modifichino la nostra stessa percezione e posizione sul luogo di lavoro. Non solo: ad essere modificata di riflesso è anche quella parte della nostra vita all'esterno del lavoro, quel "tempo libero" che ci viene sempre più derubato in "nome del profitto".

È un tempo che ci viene estorto con il lavoro festivo e domenicale, ma anche con il ricatto di contratti precari che ci impongono di lavorare oltre l'orario ordinario e previsto, con dei contratti che prevedono turni che non lasciano spazio a tutto ciò che esiste fuori dal lavoro (hobby, passioni, talenti, famiglia).

Le interviste che abbiamo raccolto hanno tante differenze (azienda per cui si lavora, ruolo che si ha in azienda, tipo di contratto), ma sicuramente c'è un aspetto che le accomuna: la percezione che il tempo del lavoro inondi sempre più completamente ogni parte della nostra quotidianeità, senza per questo darci ciò di cui abbiamo bisogno per condurre una vitaalmeno dignitosa. Così come le accomuna la viva consapevolezza che lottando e connettendo la propria esperienza con le altre orizzontalmente, si possa provare a migliorare la propria condizione lavorativa; che poi "propria" lo è meno di quanto si immagini.


Invitiamo quindi tutti i lavoratori e le lavoratrici della Grande Distribuzione a prendere parte a questa rubrica, scrivendoci per e-mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ), contattandoci , chiamandoci quando siamo in contatto.

A voi la parola.

Alle domande che seguono hanno risposto otto tra lavoratori e lavoratrici de Leroy Merlin Porte di Roma. Abbiamo cercato nella maggior parte dei casi, dove le risposte sono coincidenti di operare una sintesi riportando in una risposta unica le varie specificità; dove abbiamo avuto risposte differenti, le abbiamo riportate singolarmente.

Per chi lavorate e dove?
Leroy Merlin Porta di Roma.

Quanti dipendenti siete? In che proporzione sono impiegati uomini e donne sul tuo posto di lavoro?
Circa 200: 50% addette/i ai reparti e 50% fra casse e servizi (logistica). Più o meno metà uomini e metà donne.

Che cosa conosci dell’assetto societario della tua azienda di lavoro?
- È una Srl che fa parte di un gruppo (Adeo).
- Quello che l’azienda vuol farci sapere al fine di fidelizzarci (cioè poco e falso).

Che lavoro svolgi?
- Impiegata: cassiera
- Magazziniere
- Servizio ricevimento merci
- Consigliere di vendita
- Addetto vendite (ufficialmente)

Che tipo di contratto hai?
- Part-time a tempo indeterminato
- Full-time a tempo indeterminato

Le mansioni che svolgi sono previste dal contratto?
6 lavoratori su 8 hanno risposto che buona parte delle mansioni che svolgono non sono previste dal contratto.

Com'è il tuo contratto dal punto di vista delle ferie, della malattia, dei permessi?
Per lo più in linea con il CCNL. 4 settimane di ferie e una di permessi, la malattia è pagata parzialmente nei primi 3 giorni (quelli a carico del padrone). Ultimamente fanno problemi sulla pianificazione delle ferie, domeniche e festivi. Permessi studio quasi assenti (solo 5 giorni annuali).

Puoi indicarmi che tipo di persone è più facile incontrare come colleghi/e lavorando presso la GDO? A) Giovani o meno giovani; B) Sposati/e o single; C) con figli o senza; D) titolo di studio: licenza media, diploma o laurea. È possibile delineare un profilo più frequente di altri?
Un po' di tutto. Principalmente giovani, diplomati.

Quali sono gli aspetti peggiori di questo lavoro, secondo te?
Carichi di lavoro alti, turnazioni che non si conciliano con i tempi di vita, salario da fame, essere “obbligati” a lavorare 8 ore al giorno domeniche e festivi.

Come sai il decreto “salva Italia” varato dal Governo Monti ha di fatto sostanziato quello che i precedenti decreti avevano messo in cantiere: la liberalizzazione delle aperture per gli esercizi commerciali. Come è cambiato il vostro mese lavorativo dopo l’entrata in vigore di questo decreto?
Per niente. Era aperto tutte le domeniche e festivi anche prima di questo decreto.

Il vostro contratto è stato modificato dopo il decreto?

No.

Come influisce sulla vostra vita quotidiana il potere che le aziende hanno nel determinare orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali?
Molto negativamente In nome della produttività e del profitto (per l’azienda) dovremmo peggiorare le nostre vite. Influenza i rapporti sociali, sicuramente limita hobby ed interessi personali fuori dal lavoro e costringe a pianificare la vita in base al lavoro.

Pensi che le donne ne risentano in misura maggiore in relazione a eventuali ripercussioni sulle relazioni familiari e sociali?
Tutti ne risentono negativamente, ma per le donne il carico lavorativo si associa quello “casalingo”.

Esistono i sindacati nella tua azienda? Se sì, quali? Che rapporto hanno con voi, che funzione svolgono? Che posizione hanno assunto riguardo alla questione delle aperture domenicali?
Si, c'è l'USB, del quale non si percepisce molto la presenza, non si ha nessun tipo di rapporto e in alcuni casi questo è conflittuale. Al di là di inutili proclami non fanno molto se non difenderti in caso di mobbing e per la questione aperture domenicali e nei festivi si limitano a scioperare una volta l’anno a Roma. Per lo più si limita a proteggere i suoi iscritti non ponendosi come mezzo per noi lavotatori e lavoratrici tutte/i.

La situazione della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), seppur peculiare, è estremamente generalizzata: l’allungamento dell’orario di lavoro senza adeguamenti salariali o cambiamenti contrattuali è una costante a partire da quello che possiamo definire “l’apripista” Marchionne con la FIAT. Che risposta generale su questo piano i lavoratori e le lavoratrici possono dare?
Purtroppo allo stato attuale appare complicato pensare che la classe lavoratrice sia in grado di dare risposte generali. Già sarebbe un buon risultato darne di particolari. Lo strumento migliore per reagire e rifiutarsi di accettare passivamente questa condizione è lo sciopero. Le rivendicazoni sono un contratto unificato per tutti/e e lavorare meno in base al salario attuale.

Se ti dicessimo “lavorare tutti/e, lavorare meno e a parità di salario e diritti”, cosa penseresti? Ritieni possano essere tra le parole d'ordine unificanti per tutte le lotte presenti sul territorio nazionale?
Ovviamente. Una rivendicazione del genere può unificare tutti e sicuramente una maggiore occupazione con un salario più alto sarebbe la soluzione a molti problemi.

Speri di liberarti da questo lavoro? Se sì, quando pensi che possa realisticamente accaderti di trovare un lavoro migliore?
- Spero di si ma non credo sia possibile.
- No perché la situazione generale purtroppo è tragica a livello lavorativo.
- Allo stato attuale no.
- Spero ma non credo sia una cosa semplice trovare un altro lavoro.
- Mai.
- Si spera sempre di migliorare ma in questo periodo è difficile cercare di più.
- Un lavoro migliore non penso che esista al momento. L’unico lavoro migliore di questo sarebbe una passione che riesci a portare avanti.

Se ci fosse un supporto dall'esterno, che dimostrasse di essere determinato a sostenervi durante una vertenza, credi che la situazione cambierebbe in meglio? In quali condizioni, invece, ti sentiresti strumentalizzato/a?
- Potrebbe essere di aiuto, come nel nostro caso lo è stato l’ACCCP (Assemblea Coordinata e Continuativa contro la precarietà). Percepisco strumentalizzazione quando vedo mettere le bandiere (in senso figurato e non).
- Penso che servirebbe un supporto a tutela dei lavoratori/trici ci sarebbero meno soprusi e meno ingiustizie.
- Non cambierebbe nulla, l’unica azione che potrebbe essere efficace per farsi sentire e tutelare in modo appropriato sono gli scioperi.
- Potenzialmente potrebbe cambiare in meglio. Mi sentirei strumentalizzato se venissero portate avanti rivendicazioni non mie.
- Credo che il supporto debba essere interno.
- Credo che ognuno di noi dovrebbe informarsi ed informare all’interno del proprio posto di lavoro. Solo con una grossa mobilitazione interna si possono creare problemi.

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