[Castel di Leva - Roma] Due giorni di sciopero dei corrieri GLS

Ancora una volta il settore della logistica torna a far parlare di sé. Questa volta sono però i corrieri i protagonisti della lotta (tra i primi a muoversi sul territorio romano) che si sta svolgendo presso il magazzino della GLS (General Logistics Systems) di via Ardeatina, a Roma.
21 dei 35 corrieri appartenenti alla cooperativa 3Assi (consorziata con la MT Trasporti) in contratto d’appalto con la DFS Trasporti (azienda affiliata in franchising a GLS che gestisce altri 3 magazzini GLS a Roma) hanno infatti deciso di rivoltarsi contro le loro insostenibili condizioni di lavoro fatte di carichi di lavoro enormi, giornate lavorative di 12 ore, ferie e malattie non pagate e buste paga fasulle. Inoltre, non hanno indennità di cassa quando maneggiano i soldi che ritirano per le consegne per cui, nel caso in cui il corriere subisca una rapina, è lui stesso a doverci rimettere i soldi. Lo stesso dicasi per eventuali incidenti stradali.

“I rischi d’impresa vengono scaricati completamente sui lavoratori” - come ci spiega un lavoratore in presidio - ed i premi di produttività se li prendono i piani alti.
Già lo scorso Novembre alcuni corrieri decidono di organizzarsi per costituirsi in SI Cobas. Questa presa di posizione da parte dei lavoratori scatena prontamente l’opposizione dell’azienda che invia 3 lettere di trasferimento forzato verso il magazzino TNT in via di Salone a 3 fra i lavoratori più combattivi.

La reazione dei drivers non si fa attendere e si concretizza la mattina del 3 Dicembre 2013 in un’efficace azione di sciopero e picchettaggio con cui si riesce ad ottenere il reintegro immediato dei 3 lavoratori e la garanzia di un incontro con l’azienda per il mese successivo.

Tentando la strada più morbida, i primi di Febbraio, la cooperativa, attraverso la mediazione della CGIL, propone ai corrieri un aumento salariale in cambio dell’abbandono del SI Cobas. I lavoratori, però, uniti e fortemente determinati ad ottenere ciò che gli spetta, non si lasciano affascinare da quella che pare l’ennesima falsa promessa dei sindacati filopadronali (a cui sono stati tesserati d’ufficio al momento dell’assunzione) e, tramite una lettera da parte di un delegato Si Cobas, chiedono di fissare una data per un tavolo di trattativa. A tale richiesta l’azienda risponde con un netto rifiuto di confronto con i lavoratori, i quali rispondono con l’indizione dello stato d’agitazione e la proclamazione di due giornate di sciopero per il 13 e 14 Febbraio, chiedendo il rispetto del CCNL Trasporto, spedizioni e logistica ed una busta paga regolare.

Nonostante l’arrivo di crumiri provenienti da altri magazzini TNT e DHL non appartenenti all’appalto, gli scioperi impattano pesantemente la “produzione” del magazzino. Al termine della seconda giornata di sciopero il SI Cobas comunica al magazzino che, pur mantenendo lo stato di agitazione, lunedì i lavoratori sarebbero rientrati a lavorare. Per tutta risposta la cooperativa comunica ai lavoratori che hanno scioperato che saranno in ferie obbligatorie per tutta la prossima settimana ed invia una lettera al SI Cobas facendo capire che l’azienda è intenzionata a cambiare cooperativa e licenziare tutti i lavoratori.
Come già avevamo avuto modo di vedere nella vicenda Granarolo e, nella stessa Roma, nel corso delle vertenze TNT e DHL, risulta sempre più chiaro che il diritto di sciopero è abolito nei fatti e che anche piccole vertenze come quelle portate avanti con determinazione dai lavoratori della GLS di Castel di Leva toccano i nervi scoperti dei rapporti di forza tra lavoratori e capitale.

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