[Bologna] Ancora blocchi ai cancelli della Granarolo

Dopo lo sciopero generale della logistica del 15 maggio che ha visto una grande partecipazione dei lavoratori, questa mattina, 16 maggio, alla Granarolo i cancelli erano di nuovo bloccati.

La lotta dei facchini iniziata contro la trattenuta stipendiale del 35% per "stato di crisi", si alimenta a oggi, dopo che la risposta dell'azienda alle legittime proteste dei lavoratori, non disposti a pagare i costi dei padroni, è stato l'allontanamento punitivo o "licenziamento politico" (più chiaro di così!) di alcuni operai, senza motivarlo inizialmente come licenziamento o sospensione, in perfetto "stile mafioso", attraverso la DIGOS e bloccando semplicemente i badge d'ingresso. (più info infoaut.org)

L'iniziativa di oggi è in continuità con numerose che si stanno susseguendo da giorni.

Per ultima, il 14 Maggio a Milano i facchini, partiti da Bologna hanno fatto irruzione al Museo della Scienza e della Tecnica dove la Granarolo aveva organizzato un convegno dal titolo "Granarolo per il domani. Siamo quello che mangiamo". A questo incontro, aperto al pubblico, i facchini hanno voluto "partecipare" per andare a raccontare ad una platea interessata ad un "commercio etico" che cosa significhi produrre a certe condizioni e spiegare cosa significhi sfruttare i lavoratori in maniera occulta proteggendosi dietro la fiera dell'est dei mille subappalti.

Come per IKEA, quello che pesa per l'azienda è anche la perdita in termini di immagine, che si somma alla lotta legittima dei facchini. Raccogliamo e rilanciamo quindi l'appello a sostenere materialmente la lotta e a boicottare Granarolo e la sua immagine di azienda "equa" e materna dietro le quali si nasconde il solito vecchio marciume del più becero sfruttamento.

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