[Napoli] La sentenza della Cassazione nel regno di Pomigliano

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Esistono purtroppo diversi paesi nel mondo dove chi sbeffeggia e critica il re viene severamente punito.Esistono paesi dove chi cerca di denunciare apertamente e senza sconti i problemi che ci sono, chi cerca di dire che non c’è democrazia, chi protesta per le mancanze di libertà viene messo al confino.Ci sono perfino paesi in cui se qualcuno si azzarda a mettere alla berlina il re e usa la satira per denunciare una sciagura terribile, quella dei suicidi per le condizioni di vita e di lavoro, il re provvede all’espulsione dal paese di chi ha osato tanto.

Se questa cosa accadesse in un idilliaco paese democratico, nei giornali e nei media ci sarebbe una unanime levata di scudi contro il piccolissimo re intimorito dalla satira, dalla critica politica, da una scenetta con un fantoccio e i cinque eroi civili sarebbero resi famosi in tutto il mondo come campioni della libertà di satira, di parola e di critica.

Ma questi valori, la difesa della libertà di critica su tutti, stranamente vacillano quando questo paese è a Pomigliano e si chiama Fiat e il re in questione è il suo A.D. Sergio Marchionne.

La notizia è di oggi: il re Marchionne ha ottenuto la sua (in-)giustizia per la lesa maestà ricevuta quando il 5 giugno 2014, per denunciare il preoccupante numero di suicidi tentati e riusciti tra gli operai della Fiat di Pomigliano e del famigerato reparto confino di Nola, cinque operai hanno costruito un fantoccio con la faccia del sire e ne hanno inscenato il paradossale suicidio per i sensi di colpa delle condizioni di lavoro nel suo “regno”.

Nonostante le numerosissime prese di parola di artisti, comici, intellettuali, collettivi, sindacati al fianco di Mimmo Mignano, Marco Cusano, Antonio Montella, Massimo Napolitano e Roberto Fabbricato, la Cassazione ha vergognosamente confermato la legittimità del licenziamento delle cinque tute blu che erano state precedentemente reintegrate dal Tribunale ma lasciate a casa dalla Fiat.

I lavoratori, infatti, furono mandati a casa dall’azienda dopo l’inscenato suicidio di un pupazzo nell’estate 2014, ma la sanzione, confermata dal tribunale di Nola, venne annullata dalla Corte d’appello di Napoli che ordinò il reintegro, escludendo la giusta causa perché non avevano “travalicato i limiti di continenza del diritto di svolgere” e non c’era stata nessuna “istigazione alla violenza”. Oggi la Suprema Corte ha invece accolto il piagnisteo di padron Marchionne e detto sì ai licenziamenti ritenendo "travalicati i limiti della dialettica sindacale" e contestualmente illudendosi di mandare un segnale a tutti quei lavoratori che non si piegano allo sfruttamento e alla mancanza di diritti sui posti di lavoro.

Questa notizia si aggiunge a un clima caratterizzato da un nuovo Governo che già ha dimostrato di volersi schierare con i re e non con i sudditi, con i ricchi e non con i poveri, con gli imprenditori e non con i lavoratori! Noi, che invece siamo dalla parte dei poveri, degli sfruttati, dei lavoratori, continueremo a lottare!

SOLIDARIETA’ AI CINQUE LAVORATORI FIAT!

PS: il “regno” in questione è al confine con Pomigliano dove è nato il “nostro” nuovo Ministro del Lavoro. Se non ci fosse da piangere….

 

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