[Roma] Sindacati occupano il Campidoglio per un nuovo contratto decentrato

Giovedì scorso, durante l’ennesimo incontro farlocco con il Super Commissario Tronca, le rappresentanze sindacali dei dipendenti pubblici capitolini hanno occupato la Sala delle Bandiere del Campidoglio per chiedere una risposta concreta ad una vertenza che coinvolge 24.000 lavoratori e che va avanti da oltre due anni.

Parliamo della vertenza sul salario accessorio dei dipendenti comunali e del contratto decentrato (CCDI) che ne regolamenta l’erogazione. Una vertenza che nasce ad inizio 2014 in seguito alle rilevazioni del MEF (Ministero Economia e Finanza) secondo cui il pagamento del salario accessorio nel periodo 2008-2013, pari complessivamente a circa 70 milioni di euro all'anno, sarebbe stato 'illegittimo' perché non legato al raggiungimento di parametri di produttività. Da lì la necessità di ristrutturare l'intero impianto contrattuale inserendo un sistema di valutazione delle performance a livello individuale.
Partono le mobilitazioni dei lavoratori ma, nonostante la poca combattività dei sindacati confederali, le trattative non raggiungono un accordo e l'amministrazione capitolina dell'allora sindaco Marino definisce un nuovo contratto con un atto unilaterale (senza cioè l'approvazione da parte dei sindacati), tuttora in vigore, che prevede tagli agli stipendi e aumenti dei carichi di lavoro. Così da i lavoratori e le lavoratrici di Roma Capitale vivono con stipendi decurtati di 200-300€. Tutto questo, va ricordato, mentre per i dirigenti e funzionari - quelli che davvero dovrebbero occuparsi di organizzare e gestire un servizio in maniera 'produttiva' - gli stipendi non sono stati toccati e le indennità sono addirittura aumentate grazie agli accorpamenti avvenuti in seguito ai pensionamenti.

Qui trovate alcuni articoli di approfondimento sulla vertenza.

Con l'avvento di Tronca, a Gennaio di quest'anno, pareva si fosse trovata una soluzione attraverso la trasformazione, approvata dall'Avvocatura di Stato, di Roma Capitale come un ente diverso dagli altri Comuni così da poter costituire un fondo per le prestazioni variabili coerente con il nuovo ente. Quest'operazione avrebbe permesso di ricostituire il fondo da 157 milioni di euro per l'erogazione salario accessorio per il 2015 incrementando la parte fissa dello stipendio e riducendo la parte variabile, ritenuta troppo elevata dal MEF. In questo modo si garantiva, con una deroga, il pagamento a pieno gli stipendi del primo trimestre 2016 e si apriva un nuovo tavolo per superare l'atto unilaterale e definire un nuovo contratto. Ad oggi, però, non è ancora stato costituito in modo stabile il Fondo del 2015 in cui ci sono decine di milioni di euro non ancora erogati che devono trovare una definizione nel bilancio 2015 prima che si possa stabilire il Fondo del 2016 ed il relativo contratto decentrato i cui soldi dovrebbero, però, essere erogati (visto che siamo già nel 2016!) il prossimo 27 Aprile.
L’impressione è che con quanto non erogato del Fondo del 2015 si voglia andare a coprire una parte dei soldi ancora da restituire al MEF per non incorrere nella procedura della Corte dei Conti, e che il Super Commissario stia rimandando lo scontro fino alle prossime elezioni, lasciando a chi verrà dopo di lui il compito di pelare questa patata bollente. Sarà anche per questo che queste elezioni pare non volerle vincere nessuno? Perché governare a Roma nei prossimi anni vuol dire perdere consenso?

Giovedì, quindi, davanti alla vaghezza ed allo scarico di responsabilità dell'amministrazione che è arrivata a dire che non si può“sottoscrivere alcun accordo senza avere una copertura”, le organizzazioni sindacali ed alcuni coordinamenti di lavoratori indipendenti hanno deciso di occupare ad oltranza la sala fino a che non si stabilissero delle scadenze chiare per la trattativa. L'occupazione è durata fino alle 2:30 del mattino quando è stato messo a verbale l’apertura ufficiale di un tavolo per martedì prossimo sul Fondo del salario accessorio dei capitolini del 2016, con l'impegno di sottoscrivere il nuovo contratto decentrato entro la metà del mese di Aprile e di definire un piano assunzionale per il precariato storico degli asili e delle materne comunali. I sindacati si sono detti disposti ad aspettare questo prossimo incontro prima di indire lo stato di agitazione, per fare pressione perché le loro ragioni vengano ascoltate.

Un piccolo risultato questo che da però un segnale chiaro all'amministazione ed al Governo: i lavoratori e le lavoratrici di Roma Capitale non si sono rassegnati, sono ancora più incazzati di prima e decisi a non far passare la cosa sotto silenzio. La partita è ancora aperta.

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