[Siziano - PV] Alla Rhiag la lotta continua!

Non si arresta la lotta dei lavoratori della Rhiag di Siziano che hanno dimostrato fino ad oggi il coraggio e la dignità nel non abbassare la testa davanti al sistema di sfruttamento feroce delle cooperative. Una lotta che li ha visti protagonisti di una vicenda che porta alla luce e mostra chiaramente come le leggi servono a proteggere chi sfrutta e non chi viene sfruttato.

Dopo le proteste che li aveva portati a subire un’aggressione guidata dal padrone dell’azienda, i lavoratori, organizzati e iscritti al sindacato SI COBAS, ci avevano raccontato in un’intervista le pessime condizioni e i modi in cui il padrone cercava non solo di pagarli di meno ma di non dar loro neanche quel che era stato pattuito.

Questa volta, con una sentenza tra le mani che decreta l’illegittimità dei loro licenziamenti e quindi sancisce il loro diritto di essere reintegrati a lavoro, sono ritornati di nuovo davanti ai cancelli della Rhiag per pretendere ciò che gli spetta. Perché, come spesso accade, e la Fiat di Marchionne ce lo mostra, la sentenza del giudice è carta straccia per il padrone dell’azienda che si sente forte e pensa così di poter fare quel che vuole.

Le cooperative CDS e QUANTUM sono state prontamente messe in liquidazione dai padroni del consorzio dopo i licenziamenti e ne sono state create altre quattro che di diverso hanno soltanto il nome, stesse le persone nei CdA, stessi i nomi dei caporali e padroni. Dunque, un gioco sporco messo a punto e studiato a tavolino per aggirare una pseudo legge che avrebbe dovuto evitare i licenziamenti e salvaguardare i posti di lavoro. I lavoratori hanno quindi capito che l’unico modo per ottenere i loro diritti è quello di prenderseli. Davanti ai cancelli della Rhiag hanno gridato che vogliono tornare al loro posto e lavorare in condizioni dignitose.

Il consorzio cooperativo Oversin&rco che gestisce le varie cooperative che nascono e muoiono a seconda degli interessi padronali, di fronte al blocco di ieir mattina, ha tentato di convocare un incontro poco credibile per i primi giorni della prossima settimana con delegati e rappresentanti sindacali per ridiscutere la sentenza, ossia l’effettivo reintegro sul posto di lavoro o il risarcimento previsto.

Né i lavoratori, né i loro rappresentanti sindacali, né noi che eravamo lì con loro per dar forza alle loro ragioni abbiamo creduto alle vuote promesse, né crediamo che questo incontro, se avrà luogo, sarà risolutivo. È solo l’ennesimo tentativo di prendere tempo e tenere calme persone che ad oggi non hanno più un posto di lavoro solo perché hanno deciso di far valere i propri diritti.

Ebbene, l’esperienza ha insegnato a questi lavoratori il valore del combattere per migliorare le proprie condizioni e non sottostare ai ricatti padronali. Non si fermeranno! Sono decisi e risoluti nel voler a tutti i costi ciò che gli spetta. Torneranno davanti a quei cancelli e bloccheranno ancora la produzione, finché ce ne sarà bisogno. Perché questa è la loro unica arma contro il padrone: la lotta!

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