Mappatura (parziale e non esaustiva) delle vertenze in corso sul territorio campano 4

HP
La multinazionale, che sviluppa software avanzati per le aziende e solo da Pozzuoli fa partire circa il 50% dei lavori per il MIUR,  ha annunciato la dismissione del sito di via Antiniana in cui lavorano 161 persone, al quale vanno aggiunte le sorti di un considerevole indotto fatto di consulenti e di servizi accessori forniti da altre aziende.

Stando a quanto trapela dal sindacato, 30 lavoratori saranno trasferiti in altre sedi del gruppo, probabilmente Roma, mentre i restanti 130 dovranno passare alla Matic Mind attraverso l’irrituale formula della cessione individuale, senza alcuna mediazione sindacale e senza le garanzie fornite da istituti collettivi.

Intanto il prossimo incontro è previsto per il 22 luglio, giorno in cui sindacato, Regione e comune di Pozzuoli si recheranno al ministero delle Infrastrutture per discutere della questione.  

Oltre al trasferimento a Roma di una piccola parte dei lavoratori, altri 130 dovranno riassunti dalla Matic Mind, azienda che in tutta l’Italia conta un organico di 127 dipendenti, solo 14 a Napoli. Una società che già si mantiene a galla attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali, come può assorbire i dipendenti dell’HP e raddoppiare il suo organico?

Fino allo scorso anno Hp, in Italia, contava circa 4000 dipendenti sparsi su varie sedi, presenti sul territorio nazionale, sedi che ad oggi hanno visto inusuali cessioni di rami d’azienda ed esodi incentivati.Nel solo 2013 il fatturato complessivo della multinazionale ha raggiunto la ragguardevole cifra di 112,3 miliardi di dollari. Una società dunque che, nonostante abbia risentito come tutti della crisi mondiale, non si può certo dire che navighi in “cattive acque”.
Quello che è certo è appunto la storia di questi 161 lavoratori, il loro passato e i margini di profitto che la multinazionale è riuscita ad incassare dal loro lavoro. Nonostante tutto sul loro futuro nessuno può ancora dare parole certi.

Fonti: Corrieredelmezzogiorno.it; Repubblica.it; Fiom-cigl; Comunedipignataro.it


Conateco
Mattina frenetica quella del 13 luglio al porto di Napoli segnata dalla mobilitazione dei lavoratori del terminal container Conateco.

Circa 200 lavoratori hanno manifestato contro la procedura di licenziamento attivata per 101 dipendenti del terminal.
La nuova trattativa che prevede dunque una ristrutturazione all’interno del porto di Napoli coinvolge in realtà tutti i dipendenti Conateco; ci sono le quattordicesime da pagare, l'ipotesi di un taglio medio in busta paga di 250 euro, e la riduzione dei turni settimanali.

Molti lavoratori denunciano un aumento delle attività ed infatti stando alle stime rilasciate sul sito informazionimarittime.it, tra gennaio e giugno i teu movimentati dai terminal hanno visto un aumento pari al 10,9%.

Le difficoltà lavorative di Conateco non sono le uniche del porto. Sono oltre 500 i lavoratori del porto di Napoli a rischio tra mobilità, cassa integrazione e rinnovo convenzioni, il dieci per cento della forza lavoro del porto (circa cinquemila). Il grosso è il cuore dell'attività merci, i container. La scorsa domenica è scaduta la cassa integrazione per circa 35 lavoratori di un altro terminal container, Soteco. In bilico anche il futuro di altri 35 dipendenti della Sepn (rifiuti), la quale attende il rinnovo della concessione. In scadenza di cassa anche 14 dipendenti Interporto Sud Europa (ex Ferport). Senza ammortizzatori sociali oltre dieci lavoratori di Porto Fiorito, quasi 20 quelli di Stabia Porto in mobilità. Soli poche settimane fa, il licenziamento di tre lavoratori di Cantieri del Mediterraneo, «mandati via senza motivo con la legge Fornero» aggiunge Convertino.

Questa all’interno del porto è una modifica che tocca l’intero mondo del lavoro attivo in quell’aria, e la risposta dovrà e sarà unanime.
Intanto i lavoratori hanno indetto un’altra settimana di sciopero, da lunedì 20 a venerdì 24 luglio, e le aziende si lamentano di possibili ritardi nella consegna delle merci...

Fonti: clashcityworkers.org

Ata-Systems
Ritardi nei pagamenti anche tra i dipendenti della Ata-System, ditta si occupa della manutenzione nel grande stabilimento aeronautico di proprietà della statunitense General Electric, l’AvioAero. Nonostante negli ultimi mesi i lavoratori abbiano continuato a lavorare con la speranza di ricevere gli stipendi, fino ad oggi nulla si è sbloccato. Voci hanno fatto trapelare la notizia che la AvioAero abbia ripagato la ditta della manutenzione per i lavori compiuti, nulla è ancora giunto nelle mani dei lavorarori. Lo scorso lunedì 12 operai hanno deciso di radunarsi in presidio fuori ai cancelli della fabbrica committente di Pomigliano in viale Impero, mentre i giornali locali continuano a tacere sulla vicenda.

Fonti: ilmeiriano.com

EDENLANDIA
Il parco divertimenti Edenladia è diventato un vero e proprio parco dell’orrore. Ad un mese dall’apertura attesa per il parco, come era stato annunciato dalla società new Edenlandia,oggi 54 operai sono da fine maggio senza cassa integrazione e da oggi anche ufficialmente senza lavoro. Mentre il solito processo di scarica barile vede spostare le colpe dal comune, alla New edenlandia, alla Mostra d’Oltremare gli operai hanno deìciso di occupare in un presidio permanente ciò che resta dell’unico parco divertimenti della città. Prima che qualcosa accada, probabilmente passerà molto tempo, celere invece è stato l’arrivo delle lettere di licenziamento.

Fonti: ilmattino.it

Terme di stabia
Licenziammenti per 101 lavoratori : ormai è ufficiale, i licenziamenti effettivi partiranno dal 20 luglio, così si concluderanno i rapporti di lavoro a seguito della crisi e dalla mala gestione delle Terme di stabia spa. Senza la possibilità di accedere ad ammortizzatori sociali e il reintegro lavoratoi, l'unica speranza per i lavoratori è ottenere il licenziamento per accedere alla Naspi. Questo, in attesa del bando internazionale per la gestione degli stabilimenti effettuato dalla Sint : i lavoratori dovranno teoricamente avere la priorità per tornare al lavoro.

IKEA
Sabato 11 Luglio è stato il primo sciopero nazionaleda quando IKEA ha aperto i suoi store in Italia. Dopo una prima serie di scioperi articolati in forme diverse nei 21 negozi italiani da inizio giugno, quello di sabato è stato uno sciopero contemporaneo che ha raggiunto adesioni altissime fra i dipendenti diretti di IKEA. Una volta eliminato il problema della resistenza nei magazzini, la multinazionale ha deciso di modificare drasticamente le condizioni di lavoro nei suoi punti vendita italiani, puntando ad una decisa compressione dei salari in sede di ridefinizione del contratto integrativo. Ma IKEA è una multinazionale che gode di ottima salute e prevede anche di aprire molti nuovi negozi in Italia, per cui diventa chiaro come l'unico obbiettivo di questa disdetta del contratto integrativo sia solo quello di fare più utili sulle spalle di lavoratrici e lavoratori.
IKEA vuole cancellare una componente fissa del salario, diminuire il supplemento per il lavoro domenicale e festivo, vuole adottare un nuovo contratto peggiorativo ed eliminare qualsiasi possibilità di scelta riguardo il lavoro domenicale e festivo andando a peggiorare ancora una situazione già difficile qui come in tutta la GDO.
Lo sciopero di sabato 11 ha visto una partecipazione dell’80%, anche a Napoli allo store di Afragola la partecipazione è stata molto alta. Anche qui le maggiorazioni per festivi e le domeniche al lavoro sono fondamentali per arrivare con uno stipendio dignitoso a fine mese (parliamo comunque sempre di meno di mille euro).

Nel corso della mattinata ci sono stati anche cortei interni e il presidio è stato mantenuto per tutta la mattinata da numeri folti. Fischietti, slogan, scandivano ogni momento. Alcuni clienti sono tornati a casa senza entrare nel negozio, solidarizzando con le scioperanti.

FONTI : clashcityworkers.org

Personale ATA
Stamattina, 20 luglio 2015, alle ore 10.30, si è tenuto un presidio presso la Prefettura di Napoli da parte del personale ATA delle scuole per lottare per la continuità lavorativa, dal momento che, ad oggi, vivono in una situazione di incertezza, che fa temere che in Campania si arriverà di fatto ad una cessazione delle retribuzioni per i mesi di luglio ed agosto.

Fonte: exlsu-ata

Ikea  

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