[Carinaro – CE] Whirpool vuole chiudere l’Indesit. I lavoratori dell’indotto in mezzo alla strada. Il caso della Acroplastica

Oggi si terrà al MISE ancora un importante incontro. Questa volta, per rompere la fase di stallo, siederanno al tavolo con la Whirlpool solo i segretari sindacali nazionali. Un incontro a porte chiuse, per pochi intimi, pochi rappresentanti che dovranno decidere le sorti di ben più dei lavoratori dell’Indesit, in particolar modo nell'area casertana.

Perché qualsiasi sarà il futuro della Whirlpool a Carinaro, essa dovrà tenere conto non solo dei suoi 815 dipendenti interni all'azienda, ma anche di centinaia e centinaia di dipendenti delle ditte esterne, le quali ricevono commesse o erogano servizi per l'azienda madre Whirlpool.

Quando una multinazionale appalta alcune fasi della produzione o esternalizza alcuni servizi, tiene comunque legato a sé il futuro lavorativo di questi dipendenti, ma, nello stesso tempo, li elimina dal tavolo delle trattative.

Questo è, per fare un esempio, quello che è successo e continua a succedere alla ditta Acroplastica. L'Acroplastica S.r.l. è una ditta che si occupa della produzione di elementi di natura plastica, punta di avanguardia nel suo settore, tanto da essere sempre stata considerata come un fiore all'occhiello per la tecnologia utilizzata nello stabilimento di Carinaro. Da anni quest’azienda è fornitore della Whirlpool e della Indesit, già prima che la Indesit fosse ceduta dalla famiglia Meloni, che ne era proprietaria.

Attualmente vi lavorano 147 dipendenti, con un'età media di circa 45 anni. 147 lavoratori che nel 2013 hanno subito le conseguenze dell'ultimo accordo firmato dalla Indesit e i suoi dipendenti, con il quale si è proceduto alla delocalizzazione della produzione delle lavatrici, con l'introduzione negli stabilimenti di Carinaro della produzione dei piani cottura.

Peccato però che la Acroplastica ottenesse il maggior numero di commesse nel campo della produzione del materiale plastico delle lavatrici, esattamente quel tipo di prodotto che la Indesit aveva deciso di delocalizzare. La delocalizzazione ha significato il drastico calo delle commesse per la Acroplastica, senza che in nessun modo i 147 operai, ormai in cassa integrazione, avessero la possibilità nemmeno di una interlocuzione!

Due anni dopo, però, i lavoratori della Acroplastica, non sono tornati mestamente a casa. Al contrario, dal 17 Aprile sono scesi in piazza al fianco dei loro colleghi della Whirlpool - Indesit di Carinaro. Hanno infatti avuto la capacità di puntare direttamente alla lotta contro il responsabile ultimo della loro condizione, risalendo la catena della produzione e del comando, arrivando fino alla Whirpool – Indesit. Da quasi un mese sono in piazza, ma di loro quasi non si parla. Il nome Acroplastica non ha lo stesso “appeal” del marchio Indesit, così questi 147 lavoratori quasi spariscono dalle cronache, così come altre centinaia di loro colleghi. A loro, nemmeno il sindacato offre risposte e percorsi di lotta. Abbandonati praticamente da tutti, istituzioni, grandi media in primis, non demordono. In alcune occasioni hanno scavalcato la direzione sindacale, dando vita ad azioni di lotta che il sindacato stesso mal tollera: basta leggere le dichiarazioni di Bentivogli, segretario generale della FIM-CISL, al tavolo di trattative della Indesit, che ha dichiarato che stanno “facendo di tutto per gestire la rabbia dei lavoratori” ), per capire quali siano i reali obiettivi di troppe forze sindacali.

Noi, al contrario di Bentivogli, crediamo invece che la rabbia operaia sia giusta e sacrosanta, e che debba essere però indirizzata in percorsi di lotta che permettano di invertire la rotta, ridare dignità a tutte e tutti noi e costruire le premesse di un futuro diverso da quello che le classi dirigenti di questo paese ci stanno regalando.

Per questo motivo a questi 147 lavoratori va tutta la nostra solidarietà, nonché il nostro appoggio concreto per tutte le iniziative di lotta che vorranno intraprendere. Perché crediamo che nella scintilla del conflitto operaio ci siano i lumi della futura società…

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