[Firenze] Se non ci pensa il Jobs Act ci pensa Montedomini

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Senza aspettare l'applicazione del Jobs Act per i propri dipendenti, la cooperativa Agorà - che gestisce i servizi sociali esternalizzati dal Comune di Firenze- ha licenziato in tronco e illegittimamente due lavoratori: Cristian e Olivia. Mercoledì 22 aprile, saremo in presidio per esprimere ed estendere la solidarietà ai lavoratori e per chiedere l'immediato reintegro.

Qui il link all'evento su fb del 

Qui di seguito il comunicato dei Cobas:

Se non ci pensa il Jobs Act ci pensa Montedomini

Due lavoratori che lavorano presso la RSA S.Silvestro sono stati licenziati in tronco per motivi disciplinari con un provvedimento che risulta spropositato rispetto ai fatti contestati, 2 lavoratori che da anni sono impiegati presso la RSA di S.Silvestro, una RSA pubblica che Montedomini ha esternalizzato e che dopo l’ultima gara è stata affidata alla Cooperativa l’Agorà d’italia la quale, con un operazione poco chiara, in un gioco di scatole cinesi, con una cessione di ramo d’azienda l’ha affidata alla cooperativa l’Agorà Toscana gestita dalle stesse persone che gestivano l’Agorà d’Italia

Quali sono i i fatti contestati?

Il 26 dicembre nel reparto dei non autosufficienti della RSA di S.Silvestro erano presenti solo 2 operatori ( uno di questi era stato richiamato in servizio perché c’era un turno scoperto e nonostante avesse già lavorato il giorno di Natale ha accettato per senso di responsabilità di lavorare anche per Santo Stefano). Lo stesso piano di lavoro della struttura prevede che il turno serale sia coperto da 3 operatori, norma ripristinata solo dopo la nostra contestazione nella procedura di raffreddamento avviata in prefettura. Dopo aver sistemato gli ospiti a tavola per la cena hanno aspettato l’arrivo dei pasti che, preparati a Montedomini vengono consegnati dalla ditta che ha in appalto la ristorazione. Contravvenendo a quanto previsto dall’art.63 del capitolato d’oneri per il servizio di ristorazione che prevede che i pasti devono essere consegnati entro un tempo massimo di 30 minuti dall’inizio del confezionamento, i pasti sono arrivati con mezz’ ora di ritardo rispetto all’orario che per anni è stato quello della consegna, quindi almeno un’ora dopo il loro confezionamento. Ritardi di durata minore (15-20 minuti) da qualche mese sono diventati la norma perché mentre prima il pasto veniva portato direttamente da Montedomini ora il mezzo che consegna i pasti prima consegna i pasti all’EX ONIG al Galluzzo e poi al ritorno li consegna alla RSA di S. Silvestro. Oltre alla violazione del capitolato ( i 30 minuti dall’inizio del confezionamento verrebbero violati anche se consegnati in Ferrari), non ci vuole molta fantasia ad immaginare la qualità dei pasti, specialmente i primi piatti, consegnati dopo così tanto tempo dalla preparazione. Come da capitolato il giorno di Santo Stefano agli ospiti era stata servita una merenda più ricca rispetto al regolare menù (i dolci di Natale….panettone, pandoro) e mentre erano a tavola ad aspettare la cena gli ospiti avevano consumato anche tutto il pane che era in tavola. Arrivati i pasti con mezzora di ritardo i due lavoratori hanno constatato che la qualità dei primi lasciava alquanto a desiderare, che gli ospiti avevano comunque assunto una notevole quantità di carboidrati, che il ritardo della consegna dei pasti stava compromettendo il regolare svolgimento delle altre operazioni che gli operatori sono tenuti a svolgere in un tempo predefinito entro la fine del loro turno di lavoro e l’arrivo degli operatori del turno di notte e hanno ritenuto opportuno chiedere agli ospiti se gli andava bene di rinunciare al primo che era immangiabile e cenare con una razione abbondante sia di secondo che di frutta. Gli ospiti hanno acconsentito e gli operatori hanno proceduto in questo modo, facendo tutto alla luce del sole ritenendo quella soluzione la più opportuna per gestire al meglio la situazione che si era venuta a creare a causa del ritardo.
Alla direzione è bastato questo pretesto per licenziare su due piedi questi 2 lavoratori. Questo è stato un licenziamento intimidatorio per tutti gli altri dipendenti perché sono tante le cose che non vanno bene nella RSA di S.Silvestro e i lavoratori ormai giunti al limite della sopportazione stavano iniziando ad organizzarsi per delle iniziative di lotta. Non a caso i due lavoratori licenziati sono iscritti ai Cobas e sono tra i più attivi e determinati a lottare.

Ma cos’è che non va bene a S. Silvestro?

Da quando la cooperativa L’agorà è entrata a S.Silvestro i lavoratori hanno sempre riscosso in ritardo il loro salario. Dopo un accordo in prefettura la cooperativa si era impegnata a garantire i pagamenti entro il 30 del mese, cioè 10 giorni dopo la data prevista dal CCNL ma non hanno rispettato questo termine nemmeno una volta anzi i ritardi sono sempre aumentati Hanno modificato l’organizzazione del lavoro con un aumento dei carichi di lavoro e con il sistematico ricorso a doppi turni e turni continuativi anche di 10 giorni. Hanno instaurato un clima pesantissimo con i lavoratori continuamente sotto controllo e assillati da comportamenti autoritari e dispotici da parte della direzione. I lavoratori hanno difeso da subito i due colleghi licenziati con una lettera inviata alla direzione nella quale si chiede la revoca del licenziamento e abbiamo avviato la procedura di conciliazione in prefettura per poter poi proseguire con azioni di lotta. A questo punto è intervenuta nella vicenda direttamente la committenza, cioè MONTEDOMINI… invece di censurare la cooperativa che disattende quanto previsto nel capitolato, che non rispetta i tempi di pagamento, che con le sue azioni intimidatorie nei confronti dei lavoratori pregiudica il corretto svolgimento del servizio la direzione di Montedomini si schiera apertamente dalla parte della Cooperativa e decide di irrogare un supplemento di pena a questi due lavoratori lanciando una vera e propria FATWA : Questi due lavoratori non potranno mai più lavorare negli appalti di Montedomini. L’effetto di questa Fatwa è stato immediato: uno dei due lavoratori che aveva trovato da lavorare con un contratto a termine presso la RSA ex Onig è stato convocato dal responsabile della cooperativa che gli ha comunicato che per questo motivo non potrà continuare a lavorare con loro. Quello che ha fatto Montedomini è gravissimo, non è previsto da nessuna norma, l’azienda per poter licenziare questi due lavoratori ha dovuto seguire la procedura prevista dal ccnl: contestare l’addebito, dare possibilità ai lavoratori di presentare le giustificazioni e solo dopo procedere al licenziamento. Licenziamento che manifesta subito i suoi effetti con l’atto unilaterale della cooperativa ma che può essere annullato dal giudice se lo stesso rileva ( come è evidente in questo caso) la sproporzione tra il fatto contestato e la pena irrogata. Montedomini ha invece deciso senza possibilità di appello avallando quanto deciso dalla cooperativa e senza aver sentito le giustificazioni dei lavoratori. Ma questo fatto produce effetti non solo sui due lavoratori licenziati. Ha un tremendo effetto intimidatorio su tutti i lavoratori degli appalti di Montedomini, lavoratori che divisi nei tanti appalti hanno difficoltà a mettere in atto efficaci azioni di lotta in difesa dei loro diritti e delle loro condizioni di lavoro.

E’ quindi necessario che su questa vicenda converga la solidarietà di tutti i lavoratori a partire dai lavoratori del Comune di Firenze che è il vero committente di questi appalti e dai lavoratori della ASL che in un futuro molto prossimo si troveranno ad essere gestiti da Montedomini che diventerà il soggetto gestore di tutti i servizi sociosanitari territoriali della resuscitata Società della Salute.

OLIVIA E CRISTIAN DEVONO TORNARE A LAVORARE

ESPRIMI SOLIDARIETA' AI LAVORATORI LICENZIATI:

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Mercoledì 22 aprile, Presidio dell'Assemblea no Jobs Act Firenze ore 18.00 in Piazza Piave

PER IL REINTEGRO DEI LAVORATORI LICENZIATI ILLEGITTIMENTE! SE TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI!

Confederazione Cobas

Rete Camere Popolari del Lavoro