[I lavoratori salveranno Roma] Manifestazione contro il bilancio del(la) Capitale!

Oggi molti lavoratori romani sono scesi in piazza insieme ad associazioni e movimenti sociali contro l’approvazione del bilancio comunale. Un bilancio che recepisce i tagli ai servizi imposti dal Governo in cambio dei fondi stanziati con il cosiddetto “Salva Roma”. A salvarsi sono i profitti, a sacrificarsi sono i salari diretti dei lavoratori capitolini e delle municipalizzate e quelli indiretti dei residenti romani che usufruiscono dei servizi.

Per questo siamo scesi in piazza insieme al  (l’azienda pubblica di raccolta dei rifiuti) a reclamare un controllo operaio della produzione, perché la soluzione a decenni di pace sociale costruita con clientele e corruzioni, non può essere la privatizzazione, che è solo un modo per sostituire nuovi padroni ai vecchi.

Sotto il volantino distribuito in piazza.

LA PRIVATIZZAZIONE NON È LA SOLUZIONE...

In questi giorni si sta dibattendo sull'approvazione del Bilancio di Previsione 2015, con cui le misure di macelleria sociale dell’ormai noto Salva Roma diverranno concrete realtà. Il bilancio prevede, infatti, la messa all’asta di 751 immobili pubblici e tagli drastici alla spesa pubblica i cui effetti si abbatteranno su cittadini e lavoratori tutti.
Alcuni esempi, presenti nel Bilancio, confermano la strada intrapresa dall'amministrazione Capitolina: il taglio riguardante lavori pubblici e manutenzione si aggira intorno ai 33 milioni in meno rispetto all'anno scorso, 18 milioni in meno per la scuola, 16 milioni in meno a disposizione per le periferie ed altri tagli alla polizia municipale e all'assistenza per gli immigrati.
Questi tagli al pubblico sono funzionali alle privatizzazioni che investiranno il settore che, come dimostrano i casi della Roma TPL e delle cooperative esternalizzate in AMA, significano riduzione del personale, degli stipendi e del servizio nella sua qualità e quantità. Privatizzazioni che vengono propagandate attraverso un continuo attacco e screditamento dei lavoratori su cui si vuole far ricadere tutte le colpe di dirigenze incompetenti aumentando carichi di lavoro e comprimendo i salari.
Salva Roma vuol dire, insomma, nient’altro che austerity, sacrifici in nome dell’unico bene comune che interessa realmente a politici e dirigenti capitolini: la pace sociale che manda avanti gli affari.
Ci battiamo, quindi, per il mantenimento del servizio pubblico e per l'internalizzazione in AMA, come nelle altre partecipate, dei servizi e dei lavoratori delle cooperative coinvolte nello scandalo di Mafia Capitale.
Per questi motivi, oggi, come Coordinamento Operaio AMA siamo scesi in piazza insieme ai lavoratori ed alle lavoratrici comunali, dei nidi, di Farmacap, TeleAssistenza, ATAC, ACEA, Roma Multiservizi e di tutte le altre aziende partecipate che tante volte ci siamo ritrovati di fianco a lottare per i nostri diritti.
Lo facciamo per tentare di invertire la rotta, contrapponendo alle ragioni antisociali del Bilancio le nostre che pretendono una diversa gestione del patrimonio pubblico e una reale democrazia che coinvolga cittadini e lavoratori nelle decisioni strategiche di aziende come AMA, ATAC, ACEA strappando lo strapotere di amministratori delegati e commissari chiamati a gestire fasi emergenziali costruite ad hoc. Ed è proprio in questo senso che sul nostro striscione rivendichiamo un controllo operaio sulla produzione, perché siamo consapevoli che battersi per il benessere generale significa lottare per la proprietà ed il controllo collettivo dei mezzi e dei servizi necessari ad una vita dignitosa per tutti.

L’unica cosa che può salvare Roma è l’unione delle lotte di tutti i lavoratori e cittadini per i propri diritti!


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