Noi non siamo in debito! Solidarietà al popolo greco!

Nel giorno dell’incontro dell’eurogruppo e della discussione sul debito di Atene e sulle richieste del governo, recentemente insediatosi, di Alexis Tsipras (l'abolizione di circa il 30% del memorandum e interventi sociali), in molte città italiane sono stati organizzati presidi e cortei in solidarietà al popolo greco, contro le politiche economiche europee, le riforme sul lavoro e i tagli alla spesa sociale.

A Napoli diverse centinaia di persone si sono concentrate a piazzale Berlinguer e hanno poi percorso via Toledo e si sono diretti al Comune per portare solidarietà agli occupanti di case sgomberati stamattina dalla scuola Belvedere. In seguito il corteo si è diretto alla Banca d’Italia e ne ha sanzionato l’ingresso con lanci di uova e di vernice rossa, per ribadire che noi non dobbiamo niente né alle banche né ai padroni, ma che, anzi, siamo in credito!

A Firenze un centinaio di persone hanno manifestato in corso Tintori, all'angolo con la Biblioteca Nazionale, cantando tutto il tempo, a squarciagola, "Bella ciao". Presidi anche a Torino, Trieste, Padova, Genova, Roma, Trento, Parma, Cosenza e tante altre città d’Italia e d’Europa (Atene, Salonicco, Berlino)

Al rifiuto del popolo greco - dei lavoratori, degli studenti, di tutti quelli che sono andati a finire in mezzo alla strada a causa delle crisi - di pagare il debito contratto dai loro padroni, prodotto di speculazioni finanziarie e ulteriormente aggravato dalle stesse politiche di austerità che avrebbero dovuto “salvare” il paese (le politiche di rientro imposte dall’UE), deve fare eco il nostro rifiuto, solo così possiamo rafforzarci a vicenda, stringere quel patto che potrà farci risollevare da anni di miserie e di sacrifici. Nonostante quello che continuano a ripeterci i premier che in questi ultimi anni si sono avvicendati al potere non siamo “tutti sulla stessa barca”, in questa crisi c’è chi si è arricchito e chi ha perso tutto, a loro speculazioni e profitto, a noi licenziamenti, compressioniedei salari, tagli alla spesa sociale.

Questo debito non è il NOSTRO debito, come non è il debito del popolo greco, è il debito di chi ci ha sfruttato, di chi vorrebbe costringerci ancora e chissà per quanto a stringere la cinghia. Noi siamo in credito, siamo in credito di scuole che crollano e ospedali che spariscono, di lavori sottopagati, di morti sotto le impalcature, sui barconi, per strada, nei campi: non abbiamo niente da pagare a nessuno, anzi dobbiamo avere, e tanto, e siamo pronti a passare all'incasso!

Basta con il ricatto del debito!
Solidarietà al popolo greco e a tutti i popoli che resistono!

U.E.   BCE  

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