Carocci: a pagare 10 lavoratori

Dopo una settimana di sciopero dei lavoratori, la Carocci ha trovato l'accordo con la controparte sindacale.
L'accordo sottoscritto prevede la cassa integrazione a zero ore per 10 dei 32 lavoratori invece di 17, numero di partenza da parte dell'azienda prima dell'inizio della trattativa.

In parole povere : 7 lavoratori hanno conservato il posto, una redazione di 3 persone ed il resto del lavoro verrà esternalizzato.

Il prezzo pagato dai lavoratori, dopo uno sciopero durato una settimana e sentito anche dai lavoratori de Il Mulino è altissimo.
Lavoratori e sindacati hanno rimarcato le cause che hanno portato a questa vicenda, le quali non sono ascrivibili ( come la società vorrebbe far credere) semplicemente ad una crisi che genera perdite, ma ad una cattiva gestione dell'azienda, di certo non causata dai lavoratori.
Infatti come ebbe a dichiarare un dipendente : "Da quando Il Mulino ha acquisito Carocci Editore nel 2009, questa azienda non ha mai avuto un vero piano commerciale. Qui a Roma non è mai esistita una figura di direttore commerciale, non c'è mai stato nessuno che si preoccupasse di gestire i rapporti con le librerie. Si è campato d'inerzia sperando che il prestigio acquisito negli anni continuasse a fruttare, forse, in ogni caso senza nessuna strategia adeguata da parte del gruppo (...)"
Fabio Scurpa (Slc Cgil di Roma Nord e Civitavecchia), che ha seguito la vertenza ha dichiarato che "Nulla vieta che i dieci dipendenti in cassa integrazione possano essere reintegrati in azienda, ma è chiaro che queste sono uscite e fanno parte di una piano di riduzione dell’organico".
I lavoratori da parte loro continuano ad accusare la Edifin, proprietaria di Carocci, di volere semplicemente
ridurre i costi disinteressandosi delle potenzialità di Carocci editori.
Edifin ha in mente esternalizzazioni anche per la casa editrice il Mulino, essendone proprietaria.
Da parte loro i dipendenti continueranno a seguire il piano dell'azienda, non convinti delle scelte prese dalla dirigenza.

I lavoratori Carocci hanno dato prova di grande volontà di far rispettare i propri diritti, difendendoli con la lotta.
L'aver dichiarato prontamente lo sciopero, averlo sostenuto per una settimana insieme alla solidarietà dei colleghi de Il Mulino, hanno permesso il mantenimento di 7 lavoratori ai loro posti.
Tuttavia il prezzo pagato rimane troppo alto.
Troppo alto perchè più della metà dei lavoratori a rischio licenziamento è stata espulsa.
Potremmo lanciarci nelle solite filippiche verso la modalità sbrigativa del sindacalismo a-conflittuale di chiudere gli accordi a ribasso, ma quello su cui vogliamo porre l'accento nei fatti di questa vicenda è ancora la voglia di resistenza dei lavoratori Carocci.
Quella resistenza che va supportata, per preparare le successive offensive.

Uniti e inflessibili.

Rete Camere Popolari del Lavoro