[Manfredonia] "Noi ci crediamo": intervista a un lavoratore della Sangalli vetro di Manfredonia

Pubblichiamo un'intervista ad un operaio della Sangalli Vetro di Manfredonia, in sciopero con i suoi colleghi dal 7 Dicembre, in seguito all'annuncio dell'imminente chiusura dell'azienda. Il forno necessario alla produzione ha infatti terminato la sua vita naturale e deve essere sostituito. Il patron dell'azienda, però, sostiene che non ci sono soldi ed ha deciso quindi per la chiusura.

Da quel momento gli operai e gli impiegati della fabbrica, insieme a quelli dell'indotto, presidiano i cancelli per evitare che vengano portate vie le attrezzature. Il presidio coinvolge tutti i lavoratori della Sangalli ed ha già organizzato, in collaborazione con l'Arci di Monte Sant'Angelo, un concerto in solidarietà ai lavoratori. Domani a Roma ci sarà un incontro al MISE.

Ci dicevi che lavori qui dall'inizio. Ci racconteresti un po' la storia della Sangalli Vetro ed in generale dell'area, inclusa la questione della bonifica e del contratto d'area?

Il contratto d'area nasce per bonificare vecchi impianti siderurgici, in questo caso (area Enichem), nutrito da finanziamenti e agevolazioni fiscali agli imprenditori al fine di creare occupazione sul territorio. Di conseguenza Sangalli ha deciso di venire ad investire su questo territorio producendo vetro float per un intero ciclo produttivo (13 anni), solo che, arrivato al momento del rifacimento forno, si è tirato indietro, lamentando problemi che riguardano le infrastrutture: costi, energia, posizione geografica non adatta al suo mercato, problemi rappresentati dai debiti accumulati nel corso dei vari anni (debiti iniziati da quando ha aperto l'azienda a San Giorgio di Nogaro ); le banche hanno chiesto un piano industriale a Sangalli al fine di estinguere il debito. Cioé una "rinegoziazione del debito", ed ecco la motivazione della richiesta di cassa integrazione per stato di crisi da parte di Sangalli.

Come è iniziata la lotta che avete intrapreso e chi vi è coinvolto?

La lotta è iniziata dopo le dichiarazioni ambigue di Sangalli, perché anche dopo aver ricevuto l'aiuto economico da parte delle istituzioni locali e regionali, non ha assicurato il rifacimento forno. Da qui si è deciso, tramite i tre sindacati nazionali CGIL,CISL,UIL, di portare Sangalli al tavolo di discussione del M.ise. Dopo una serie di interrogazioni parlamentari, Sangalli ha dichiarato di voler "salvare il salvabile", quindi si è deciso di iniziare uno sciopero ad oltranza (dopo una assemblea sindacale) visto che abbiamo capito che Sangalli voleva liquidare il sito della Manfredonia Vetro S.P.A.

Si legge sui giornali che la vita naturale del forno è di 15 anni: sono quindi stati destinati fondi pubblici alla realizzazione di un investimento che aveva durata prevista di 15 anni?

Non era mai successo che un impianto float non venisse rifatto per la seconda volta: entreremo nei Guinness dei primati!

Quale è stato il rapporto dei lavoratori col sindacato?

È stato il sindacato a fare la raccomandata all'azienda, comunicando stato di agitazione e sciopero ad oltranza. Il sindacato (segretari generali ed R.S.U) sta con gli operai del presidio dall'inizio.

Il sindacato ha seguito fin dall'inizio le manovre del padrone Sangalli? Ha cioè informato i lavoratori dell'apertura dell'impianto friulano e di cosa questo avrebbe potuto comportare)?

Il progetto presentato da Sangalli era di aprire un sito produttivo a San Giorgio di Nogaro con produzione di vetro float “Extra Chiaro”, quindi non doveva essere in competizione con il sito di Manfredonia, che produce vetro float “Chiaro”, anzi si sperava di aumentare il mercato in modo esponenziale, cosa non avvenuta perché purtroppo il sito di San Giorgio produce per la maggior parte vetro Float “Chiaro” (ndr: lo stesso dell'impianto di Manfredonia) e non “Extra Chiaro”.

Come è stata vissuta dai lavoratori l'apertura della sede di Porto Nogaro nel 2011?

Con diffidenza, anche se siamo stati noi ad avviare l'azienda e a formare tutto il personale. Siamo andati in trasferta (sotto-pagati) a San Giorgio, al fine di formare tutto il personale per un periodo di circa 4 mesi.

Quale strategia ha attuato il sindacato dopo aver capito l'intenzione di chiudere il forno? Ha cercato sponde politiche locali, per esempio cercando di ottenere nuovi fondi dalle amministrazioni comunali?

Sì, infatti i fondi sono arrivati da tutte le amministrazioni locali e regionali indipendentemente dal colore politico; è stato un gesto simbolico per fare capire che la realtà della Manfredonia Vetro era accettata delle popolazioni.

Vi era già stata una cassa integrazione nel 2009: era nell'aria l'annuncio della chiusura? La crisi della produzione era già percepita dai lavoratori?

Nel 2009 non era necessario fare la cassa integrazione tanto è vero che siamo rientrati prima del dovuto, oltre al fatto che avevamo riempito il magazzino con materiale di scarsa qualità al fine di poter dichiarare la cassa integrazione.

Dice Sangalli che sta facendo il possibile per mantenere 70/80 posti di lavoro a Manfredonia e 140 a Porto Nogaro: di che cosa si tratta?

Credo sia una mossa mediatica perché una volta finito il vetro presente in magazzino tutto il resto del personale andrà in cassa integrazione. È impensabile credere che Sangalli mandi il vetro da San Giorgio per farlo lavorare e poi farlo risalire per venderlo, sarebbe troppo costoso. Probabilmente Sangalli si riferiva alla palazzina degli uffici dove si fanno le buste paghe, ci si occupa della vendita vetro ecc… Gli uffici non sono presenti a San Giorgio quindi al momento, data l'adesione unitaria allo sciopero, Sangalli non può fare né buste paghe né vendere vetro nell'immediato ma deve (come sta facendo) assumere ditte esterne che facciano quello che facevamo noi, ovviamente con tante difficoltà. Inoltre preserverebbe i lavoratori del Satinato e Magnetronico, lavorazioni che non ha a San Giorgio; con l'adesione allo sciopero dei lavoratori di questi reparti ha subito danni non indifferenti, dovuti alla perdita di clienti e alla mancanza di produzione di vetro satinato e coatizzato (magnetronico), lavorazioni che fruttavano più del 60% dei profitti.

La lotta ed il presidio coinvolgono anche i lavoratori dell'indotto? Di che cosa si occupano?

Sì, la lotta è unitaria e coinvolge operai, impiegati e lavoratori dell'indotto che si occupano del trasporto merci o lavorano per ditte esterne. Abbiamo ricevuto il sostegno delle amministrazioni comunali e la solidarietà di tanti, dai commercianti di Mattinata, Montesant'Angelo e Manfredonia a quella del Centro Sociale Scurìa di Foggia che al concerto del 3 Gennaio ha portato uno striscione in sostegno alla nostra lotta.

Il 7 è previsto un incontro a Roma al Mise al quale parteciperà anche una delegazione di lavoratori che arriverà da Manfredonia. Quali sono le richieste dei lavoratori?

Il territorio è in condizioni ambientali disastrose, c'è un tasso di disoccupazione elevatissimo. All'incontro del 7 al Mise parteciperanno anche le istituzioni del territorio, dall'Assessore Regionale al Lavoro, ai Sindaci di Manfredonia, Mattinata e Monte Sant'Angelo, ai Consiglieri Regionali con l'intento di far capire alle politiche nazionali che l'azienda è accettata dalla popolazione. Noi lavoratori, insieme ai sindacati confederali, chiediamo delle soluzioni, anche di natura economica, visto che sono mesi che non percepiamo più lo stipendio né tanto meno la tredicesima. Sangalli non ha firmato nemmeno la cassa integrazione, vorremmo sapere quando inizieremo a percepirla. Non ci aspettiamo miracoli dal MISE ma attenzione per la nostra situazione. Chiediamo il commissariamento dell'azienda e nel frattempo trovare un nuovo acquirente, i tempi saranno lunghi. Nonostante le difficoltà l'umore del presidio è alto, lo sciopero ha messo in difficoltà l'azienda, stiamo piegando Sangalli, vogliamo portarlo al fallimento totale. Dopo tre giorni di sciopero e presidio abbiamo ottenuto l'incontro al MISE e come abbiamo scritto al presidio “Noi ci crediamo”.

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