[Firenze] Cup metropolitano reinternalizzato: vittoria piena?

Ripubblichiamo da RadioFabbrica.
Il Cup metropolitano, centro unico prenotazioni della Asl di Firenze, è la porta d'accesso alla sanità pubblica a Firenze e dintorni. I lavoratori del Cup si occupano dell'inserimento e della prenotazione telefonica di visite ed esami diagnostici e altre funzioni correlate.

Siamo 84 e svolgiamo un servizio pubblico a tutti gli effetti, ma siamo, da 12 anni, in appalto a privati. A marzo, dopo infinite proroghe, è stata indetta la nuova gara d'appalto. Questa prevedeva un tetto massimo di spesa di 6 milioni di euro, e un punteggio valutato tenendo conto per il 50% dell'offerta tecnica, per il 50% di quella economica. Nonostante le rassicurazioni della Asl, che negava si trattasse di un bando al massimo ribasso, in sede di aggiudicazione della gara ha vinto un'azienda offrendo un ribasso mostruoso del 32%, pari a 2 milioni di euro. Erano così messi a nudo tutti i precedenti inviti fatti ai lavoratori a fidarsi, temporeggiare, aspettare.

La scorsa primavera avevamo già indetto uno sciopero per chiedere la stabilizzazione di tutti i precari, prima dell'aggiudicazione del nuovo appalto, ottenendone l'assunzione a tempo indeterminato. Intendevamo quello sciopero anche come avvertimento alla Asl: non ci fermeremo se nel prossimo appalto non saremo tutti dentro e a parità di condizioni contrattuali. A due settimane dalla notizia del nuovo appalto, dopo due assemblee, abbiamo votato per l'indizione immediata di uno sciopero, mantenendo con fermezza e determinazione le stesse richieste: tutti i posti di lavoro ed alle stesse condizioni uscenti.

Avevamo votato la data dello sciopero per il 27 novembre, prodotto un volantino, organizzato volantinaggi a tappeto in tutte le sedi Asl, una petizione preparata da un lavoratori e indirizzata a Rossi per annullare la gara aveva superato 700 firme in pochi giorni, quando è arrivata la notizia dell'annullamento da parte della Asl della gara d'appalto e la reinternalizzazione del servizio. Il Cup, quindi, diventa pubblico. Si tratta per quel che ne sappiamo del terzo caso in tutta Italia. Come si è potuto ottenere un simile risultato? Il primo dato, evidente, è che la determinazione dei lavoratori ha giocato un ruolo fondamentale: di fronte ad un simile scenario, la mobilitazione che si stava preparando al Cup sarebbe stata indigeribile per l'Asl e in particolare per il presidente Rossi, proprio alla vigilia della campagna elettorale per le Regionali.

Esiste poi il dubbio legittimo che nel gioco delle diverse offerte per l'appalto avesse vinto un'azienda inaspettata e non corrispondente alla volontà di questa o quella cordata politica locale. La notizia della reinternalizzazione non può che essere positiva. E' semplicemente inacettabile che un servizio pubblico, di qualunque natura, sia preda degli appetiti di aziende private per puri scopi di lucro e che gli enti pubblici non siano direttamente responsabili dei servizi che erogano. Fa specie che la stessa Asl ammetta indirettamente che attraverso la reinternalizzazione riesca a garantire un servizio migliore e che, addirittura, ciò determini minori costi di gestione. In altre parole, si sta dicendo che qualsiasi servizio appaltato finora è stato fatto a scapito della qualità e, soprattuto, con maggiori costi per le nostre tasche. Tuttavia la vittoria non è piena.

Si verifica qua un paradosso. In assenza di una mobilitazione generale e generalizzata in difesa della sanità pubblica e delle condizioni di chi ci lavora, la singola reinternalizzazione determina addirittura un peggioramento contrattuale per il lavoratore coinvolto. Facendosi scudo del blocco delle assunzioni nazionali e dell'obbligo ad assumere mediante concorso, la Asl ci assumerà probabilmente attraverso agenzia interinale.

Al momento infatti non sappiamo ancora con quali stipendi e con quali garanzie per il futuro verremo assunti. Lo stesso obbligo di concorso per assumere, misura sacrosanta e da difendere in astratto, diventa una forma di ipocrisia quando per anni si usano lavoratori precari per una mansione, a cui poi si chiede di partecipare a un concorso per dimostrare di essere idonei a fare il lavoro che già stanno facendo. La vittoria piena, l'assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori Cup, in ambito di un servizio pubblico è quindi tutta da costruire. E questo è ciò che andrà fatto in futuro.

Rete Camere Popolari del Lavoro