Gli operai di Terni ancora in movimento, e la solidarietà dilaga per l’Italia… una breve riflessione

Cerchiamo di tenere bene in mente una cosa. La lotta dei lavoratori dell’AST di Terni non inizia con le manganellate a Roma di mercoledì scorso.

Prima di quelle manganellate c’era una mobilitazione che andava già avanti da settimane, e che aveva avuto i suoi momenti più alti nelle lunghe e tese assemblee sindacali, nel blocco delle strade, della stazione (peraltro effettuato insieme agli studenti nella giornata nazionale del 10 ottobre), i fischi e la contestazione in piazza ai vertici sindacali di CGIL CISL e UIL, nello sciopero partito il 22 ottobre e che ancora continua.

I lavoratori arrivati a Roma non erano quindi portati dal sindacato, povere vittime, ma soggetti coscienti che sapevano e sanno cosa stanno facendo e perché si stanno mobilitando. A gente così le manganellate non raffreddano gli animi, anzi: ne scaldano altri, in tutta Italia.

Immediata infatti è stata la solidarietà che ha attraversato il paese. A Napoli già la mattina dopo studenti e lavoratori precari hanno messo sulla testa un caschetto blu e hanno cercato di chiedere conto al Ministro Padoan del trattamento che si riserva a chi in questo paese osa protestare. E ovviamente sono stati allontanati malamente.

A Roma, , , Livorno, sono comparsi striscioni di solidarietà con gli operai manganellati messi da centri sociali, studenti delle scuole etc. Ancora, ieri FIOM e CGIL hanno chiamato presidi di solidarietà in diverse piazze d’Italia: i concentramenti più significativi a Milano (dove il Segretario Regionale della FIOM al TG 3 ha detto “per noi lo sciopero generale è solo l’inizio della mobilitazione”), Napoli, Palermo. Giovedì nel torinese ci sono stati fermi di un paio d'ore in decine di fabbriche( con punte di adesione del 90%, come all'Alenia) per solidarizzare con gli operai di Terni. Centinaia di delegati sindacali, compagni, ma anche persone comuni indignate dal comportamento di questo Governo. Che, fino a questo momento, non si è nemmeno scusato. A dimostrazione di come dietro le cariche ci fosse una precisa volontà politica: non trattare con i lavoratori.

Da parte loro gli operai ternani non sono stati fermi. Ieri notte hanno occupato l’autostrada, interrompendo il traffico sul raccordo Terni-Orte e su un tratto della E45, bloccando la circolazione e causando diversi disagi. Appena la notizia è girata, a Napoli è stata improvvisata quest’azione di solidarietà: alcuni studenti salgono nel palazzo dell’Università Orientale, in pieno centro storico, mentre fuori e dentro al palazzo è in atto una festa che coinvolge centinaia e centinaia di giovani e fra i fumogeni calano uno striscione di solidarietà con gli operai che riscuote applausi e urla di incoraggiamento!

Tornando alla vertenza, i lavoratori hanno davanti una situazione difficile. Gli operai oggi in presidio fuori allo stabilimento hanno ricevuto la notizia che la Thyssen non verserà gli stipendi sino a che non si rientrerà a lavoro. È un vile ricatto: la Thyssen prova a fare leva sul fatto che è dura tenere dopo dieci giorni di sciopero e senza un mese di salario.

Ma qui viene il momento di dimostrare la nostra capacità come classe. Giovedì c’è l’incontro con il Ministro e fino a quella data bisognerà intensificare le iniziative. E, qui è il punto, non solo a Terni, ma in tutta Italia. Lanciamo un appello a partecipare ai presidi, a fare pressione sui sindacati, a mettere striscioni e a parlarne nelle assemblee, nelle scuole, nei posti di lavoro!

La situazione è difficile, ma è lecito sperare. Già l’azienda e il Governo hanno dovuto ritirare molti esuberi. Se gli dimostriamo che siamo forti, compatti e solidali, dovranno trattare anche sul resto. Non potranno non farlo, pena una generale insoddisfazione e insubordinazione della classe. Ma se lo fanno, che coscienza della nostra forza prenderemmo, e quante vertenze sarebbero tentate di fare lo stesso!

Con quelle manganellate il Governo ha fatto una grande cazzata. E lo sanno anche loro. Tocca a noi fargliela scontare fino alla fine.

Supportare la resistenza, preparare l’offensiva!

Qui una raccolta di tutti i comunicati  di solidarietà ai lavoratori AST

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