[Ostia] 80 lavoratori in presidio alla Canados

Sono sessant’anni che la Canados produce yacht all’Idroscalo di Ostia. Più di una generazione di operai del territorio ha prestato con passione e professionalità le proprie energie all’azienda, permettendole di raggiungere la fama e il riconoscimento internazionale che nel mercato delle imbarcazioni di lusso la contraddistingue.

La Canados produceva un tempo imbarcazioni di dimensioni medio-grandi, per il mercato internazionale ma soprattutto nazionale. Oggi, buona parte dei capitalisti italiani non possono permettersi di acquistare imbarcazioni nuove, senza attirare gli occhi indiscreti della guardia di finanza, oppure, rischiando di svelare impicci e manovre di fallimento controllate, ormai talmente comuni da diventare la prassi. Anche per questo motivo, dall’inizio della crisi, per chi produce beni di lusso di questo tipo, il mercato italiano è diventato di scarso interesse economico. Così la Canados punta a commesse più grandi. Del resto, si sa, la crisi non colpisce i colossi, che al contrario in questi momenti possono godere maggiormente delle proprie ricchezze. Così i clienti ora parlano soprattutto russo, e commissionano barche di 30-40 metri. Chiaramente l’azienda per poter convertire la produzione in questo senso ha dovuto rimodularsi. Commissioni così grosse richiedono un supporto finanziario più importante, e una maggiore flessibilità del lavoro.

Sono ormai tre anni che gli operai della Canados sono in cassa integrazione ordinaria e straordinaria, e con il passare del tempo gli operai hanno via via maturato l’idea che l’azienda non è intenzionata a reintegrare il personale.
In questi tre anni, la rotazione del personale è stata tutt’altro che regolare e trasparente: alcuni non hanno mai lavorato, ed altri invece hanno lavorato quasi ininterrottamente. Dunque, è evidente che anche alla Canados, la tattica padronale è quella di sempre: usare la cassa integrazione per effettuare una scrematura dei lavoratori. Nell’ultimo anno l’intervento dell’USB ha dato ai lavoratori maggior forza e consapevolezza. Innanzitutto sono tornati tutti a lavorare e si è sistemata la rotazione che sino a quel momento avveniva in maniera del tutto arbitraria, ed ai danni dell’unità degli operai.
Inoltre si è iniziato a indagare sull’effettivo stato dell’azienda dal momento che la Canados ha informato i lavoratori che per il 2014 non erano previste nuove attività produttive. Nel mese di agosto è stata completata l’ultima commissione. Così l’azienda minaccia la cassa integrazione in deroga e, per completare il quadro, ha messo in liquidazione la società nel mese di luglio, senza informare i lavoratori. Invece, curiosamente, la Canados ha fatto uscire da poco un comunicato stampa in cui dichiarava che la società era in buon stato di salute e si preparava a nuove commesse importanti. E’ evidente che qualcosa non torna, no?


I lavoratori quindi hanno deciso di entrare in presidio permanente ai cancelli dell’azienda a partire dal 22 settembre. Durante il presidio hanno anche bloccato un camion che doveva portare via dei muletti. Se la Canados vuol organizzare una fuoriuscita dei mezzi di produzione, i lavoratori si preparano a difenderli. La determinazione degli operai non è passata inosservata: molti lavoratori ostiensi che attraversano via dell’Idroscalo sono passati a portare solidarietà, o rincuorano gli operai suonando il clacson. Anche questi piccoli gesti aiutano gli operai a non sentirsi soli. I lavoratori sanno che per vincere la battaglia contro la Canados dovranno cercare il sostegno del territorio. La zona di Ostia e Fiumicino ha subito moltissimo gli effetti della crisi, con la chiusura di moltissime aziende, e la crisi dell’Alitalia. La questione del lavoro è quindi molto sentita, e gli operai in lotta devono necessariamente fare leva su questo.

Giacché soprattutto proletari come loro potranno comprendere ed essere concretamente di sostegno. Gli operai Canados hanno tentato di sollecitare in Municipio e alla Regione le loro istanze alle forze politiche. Queste hanno espresso il loro interessamento, ma vien difficile credergli dal momento che si sa che la Canados simpatizza per il Partito Democratico, nonché il partito padronale che ora governa sia il territorio che il paese.
Nel frattempo i lavori su una imbarcazione molto grande che avrebbe fatto entrare milioni di euro all’azienda è stata bloccata. I lavoratori sanno che il blocco serve a formalizzare la messa in liquidazione, e che l’azienda non può assolutamente rinunciare a completare i lavori. E’ possibile che la Canados sia intenzionata a far completare i lavori da un’altra parte.

Intanto un’altra azienda, la Cantieri di Ostia srl, i cui presidente ed amministratore delegato sono gli stessi della Canados, pur appartenendo allo stesso gruppo, sembra non aver sentito gli effetti della “crisi”. Inoltre, la Oceanic, che nel passato figurava semplicemente come una agenzia che procacciava commesse e affari alla Canados, pare che sia diventata partecipe alle spese stesse della Canados, e forse persino co-proprietaria. Ultimamente alcuni lavoratori Canados, sono andati ad alcune fiere a Montecarlo e a Cannes, a nome della Oceanic. Insomma, i lavoratori pagano, mentre pare che gli affari di tutto il gruppo non sembrano affatto in difficoltà.


I due sindacati con le proprie RSU, CGIL e CISL, non hanno mai informato i lavoratori di tutte le manovre in corso. Al contrario, CGIL e CISL sembrano disposti ad andare al tavolo per discutere con l’azienda, senza consultarsi con i lavoratori. E’ evidente che anche in questo cantiere CGIL e CISL sono poco meno che agenzie padronali, che non sentono proprio il compito di curare gli interessi dei lavoratori, al contrario sembrano essere interessati solo a fornire un servizio di controllo e regolazione del lavoro al capitale.


La complicità dei sindacati di stato può essere contrastata solo con la lotta. Auguriamo agli operai una lotta dura, che sia occasione di grande maturazione ed esperienza, da condividere con tutto il territorio. Auguriamo agli operai una vittoria, che possa essere di esempio per tutti i lavoratori ostiensi che subiscono. Allo stesso tempo, avvertiamo che, di questi tempi, qualsiasi vittoria non sarà mai definitiva e dovrà essere difesa con i denti, giacché la controparte riproverà sempre a rimettere in discussione tutto.
L’unica svolta alle nostre vite, sarà possibile mettendo anche noi proletari in discussione tutto. Giacché la Canados nel suo piccolo è uno spaccato delle contraddizioni di questa società. Alcuni operai hanno visto con i propri occhi la disinvoltura e quasi il cinico disinteresse dei giovani rampolli della grande borghesia internazionale al momento dell’acquisto di imbarcazioni dal costo anche di decine di milioni di euro. E’ logico che esistano dei veri e propri parassiti come loro e che d’altro canto chi fatica debba continuare a vivere sotto ricatto?

Per ulteriori informazioni:

USB

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