[Milano] Blocco e cariche alla DiElle di Cassina De' Pecchi

Alla Dielle di Cassina de'Pecchi (MI) fino a maggio scorso si riciclavano materie plastiche, il lavoro di una sessantina di lavoratori era principalmente quello della cernita e selezione delle materie plastiche in arrivo, lavoro svolto come dipendenti di una cooperativa.

La Fast Service da sei mesi aveva in appalto l'impianto, ma le condizioni di lavoro erano pessime da ben prima, a causa dei cambi di cooperative che hanno consentito alla proprietà di far saltare gli scatti di anzianità, di scaricare le responsabilità e pagare salari da 700€ al mese (circa 4,50€ all'ora), nascondere gli infortuni, intimidire e ricattare i lavoratori. Per questi motivi 58 operai su 63 che operavano nell'impianto sono entrati in sciopero il 19 Maggio scorso supportati dal S.I. Cobas. I lavoratori chiedono l'adeguamento al CCNL, il pagamento di tutti gli istituti contrattuali, gli scatti di anzianità, il rispetto delle misure di sicurezza e il riconoscimento del sindacato.
Dopo alcune settimane di sciopero, la DiElle ha rescisso il contratto di appalto con la Fast Service e ha sostituito i lavoratori con i dipendenti di un'altra cooperativa: un crumiraggio reso legale dal sistema degli appalti e delle cooperative, crumiraggio che la lotta dei lavoratori è riuscita a depotenziare. Sono soltanto 15 i lavoratori assunti dalla nuova cooperativa: un numero di molto inferiore ai 63 che prima lavoravano presso lo stabilimento, riduzione che si deve all'incertezza dell'azienda di riuscire a mettere al lavoro un numero di addetti simile a quelli presenti prima dello sciopero e del “licenziamento” dovuta ai blocchi dei camion realizzati dai lavoratori, ai picchetti, alla vasta solidarietà e ad una strategia che li ha visti valutare sapientemente quale livello di scontro mantenere con le forze schierate continuativamente dalla questura.
Mercoledì invece non è entrato nessuno e, nonostante l'ultima violenta carica, l'ingresso è stato impedito fino alle 14.00 anche ai camion, resistendo alla polizia che per quattro volte ha provato a rimuovere il blocco. Polizia schierata in gran numero per far riprendere la produzione di questa piccola azienda a gestione familiare che, nonostante le sue dimensioni, riesce a mobilitare forze dell'ordine al pari di aziende molto più grosse.
I momenti di lotta dura assieme ai momenti di festa per il successo dei blocchi, il calore che sgorga dalla lotta per affermare la propria dignità contro lo sfruttamento più becero, hanno sedimentato l'unione dei lavoratori che sono rimasti compatti anche quando l'azienda ha provato a dividerli proponendo loro l'adeguamento salariale chiesto, ma a condizione di accettare 25 esuberi che colpivano i lavoratori più esposti a causa del loro protagonismo.
Giovedì 14 Agosto i lavoratori della DiElle erano al fianco dei licenziati dal magazzino centrale di IKEA a Piacenza e, allo stesso modo, mercoledì 20 agosto, davanti ai cancelli, in via Galilei a Cassina de'Pecchi, c'erano i facchini di Piacenza assieme ai lavoratori della Granarolo di Bologna e tanti altri solidali. Assieme ai lavoratori licenziati dalla cooperativa San Martino di Piacenza (IKEA) è arrivata la notizia dell'ennesimo atto intimidatorio e mafioso ai danni dei lavoratori che osano alzare la testa. La settimana scorsa, il 12 aprile, uno dei licenziati dalla multinazionale svedese aveva trovato, mentre si recava ad un'assemblea, i dadi delle ruote dell'automobile allentati;il 20 aprile lo stesso lavoratore ha trovato bruciato nel cortile di casa un motore da lui acquistato per sostituire quello della sua auto.

Davanti al dispiegamento di forza pubblica e alle intimidazioni, i lavoratori, anziché spaventarsi, hanno deciso di rilanciare la lotta, perché si sta facendo strada l'idea molto concreta che l'unità delle lotte si può praticare e il suo effetto è materialmente visibile anche nelle singole vertenze.

Per una cronaca più dettagliata della giornata di Mercoledì 20 Agosto rimandiamo al resoconto de il S.I.Cobas e alla video-cronaca realizzata da InfoAut.

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