[Mantova] Contro finte cooperative e sfruttamento: uniti si può vincere!

(di eQual) Sabato mattina abbiamo partecipato al presidio dei lavoratori e delle lavoratrici di diverse cooperative del mantovano: in tutto più di un centinaio di persone hanno manifestato davanti alla Prefettura, occupando per alcuni minuti anche la strada antistante mentre una delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali (tra i quali Emmanuele Monti) incontravano il Prefetto.

Un presidio locale che però si è bene inserito all’interno della giornata di mobilitazione nazionale contro IKEA per il reintegro dei 24 facchini ingiustamente licenziati da una delle cooperative che operano per il colosso svedese, con presidi, volantinaggi e picchetti attuati davanti agli IKEA-store sparsi in tutta la penisola. A dimostrazione che quello che accade nel nostro territorio è purtroppo condizione generale del settore della cooperazione.

Bertani, Consorzio Latterie Virgilio, Iveco, Lombardini, Nestlé, Lavanderie Facchini
, etc. sono solo alcune delle aziende mantovane al cui interno si sono sviluppate negli ultimi mesi numerose vertenze e scioperi (1)()(). Aziende nelle quali lo sfruttamento è retto da un sistema di subappalti tramite le ‘finte’ cooperative, vero e proprio caporalato che consente ai padroncini di organizzare il lavoro non applicando nemmeno i contratti nazionali, con poche tutele normative e contrattuali, con la turnazione degli orari di lavoro e la ripartizione delle ore lavorate – e quindi del salario – effettuata in maniera arbitraria e discriminatoria. Questo sistema è possibile anche grazie all’utilizzo di un gran numero di lavoratori privi della cittadinanza italiana, più facilmente ricattabili attraverso il rinnovo del permesso di soggiorno e più facilmente raggirabili dai padroncini delle cooperative a causa della scarsa conoscenza della lingua e quindi della conseguente difficoltà nel districarsi tra le norme che regolano il diritto del lavoro. Non ci stupiamo nemmeno più del fatto che questi ‘padroncini’ siano poi gli stessi che sui siti internet o sui social network inveiscono contro i migranti e gli stranieri.

Il presidio di sabato mattina ha rappresentato un altro passo nel collegamento tra le vertenze presenti nel settore della cooperazione nella nostra provincia ed è riuscito ad individuare come controparte non solo le singole aziende committenti, ma anche le organizzazioni datoriali delle cooperative come Legaccop, Confcoop e AGCI: un cambio di strategia importante per riuscire a far si che i diritti siano fatti rispettare in tutte le cooperative, anche attraverso l’impegno diretto delle istituzioni, che su questo tema oramai, non possono più fare finta di nulla.

Le rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici sono chiare: basta sfruttamento, rispetto dei diritti sanciti dai contratti collettivi (minimi retributivi, ferie, permessi, R.O.L., etc.), eliminazione del lavoro nero, aumenti salariali per portarli a livelli dignitosi. Che si parli della grande fabbrica, della grande distribuzione o della logistica oggi è chiaro che solo i lavoratori e le lavoratrici che si organizzano e manifestano uniti possono fare la differenza contro un regime di sfruttamento legalizzato da provvedimenti sul lavoro iniqui come il Jobs Act.

Ikea  

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