Roma, 17 Maggio: Uniti e inflessibili contro le privatizzazioni

Sabato 17 a Roma ci sarà una manifestazione contro l'ondata di austerità e privatizzazioni che ha nel neogoverno Renzi il suo ultimo interprete.

In Italia – ed a Roma in particolare – il disastro finanziario portato dalla crisi economica ed i decenni di uso clientelare del settore pubblico, dovrebbero essere ripagati con i sacrifici dei lavoratori delle aziende pubbliche e di quelli che usufruiscono di questi servizi. 
Perché le liberalizzazioni porterebbero competitività e quindi crescita. Certo: crescita dei profitti e maggiore libertà per chi ha capitali da investire, crescita dello sfruttamento e competizione al ribasso per chi non ha che da vender sé stesso per vivere. Così qualche "rottamazione" di facciata di vecchi amici troppo impresentabili, e la loro sostituzione con altri amici di amici più rampanti e presentabili, legittimerebbe il conto da far pagare ai lavoratori e lavoratrici.

Per questo e contro questo saremo in piazza il 17. Ci saremo dietro uno striscione lanciato dal neonato (azienda municipalizzata della raccolta e smistamento dei rifiuti) con cui, insieme ad altri compagni e compagne, stiamo portando avanti un'inchiesta militante. Coinvolgendo anche gli altri lavoratori e lavoratrici che abbiamo affiancato negli ultimi mesi, e con tutti i compagni e le compagne a noi vicini, per affermare con forza: "privatizzare non è la soluzione, controllo operaio della produzione!".

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Di seguito il volantino del coordinamento operaio AMA:

Minatori all'aria aperta...

Fin dallo scorso ottobre, con l’entrata in vigore del funesto decreto “Enti Locali”, e poi con il tortuoso iter di conversione in legge, tra emendamenti ad hoc (in particolare quello ribattezzato “Lanzilotta” dal nome della senatrice di scelta civica ed ex assessore al bilancio del comune di Roma) e riscritture sempre in senso peggiorativo – si è fatta chiara la percezione che la stagione delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni, dopo aver toccato le maggiori città e province italiane, sarebbe giunta fino alla capitale. Inesorabile.

Come non pensare allora alle lotte di pochi mesi prima dei compagni e dei lavoratori di Genova (o di Parma) che caparbiamente hanno bloccato la città per vari giorni subendo di conseguenza ricatti e repressione sulla propria pelle? Come non sentirci complici e solidali con loro e con le loro rivendicazioni?

La retorica della privatizzazione porta con sé una serie di falsità che celano l'intento di metter mano alla ricchezza del paese, comprimendo i salari dei lavoratori e innalzando le tariffe a scapito della cittadinanza.
Le ricette del cosiddetto SalvaRoma  ripropongono scelte draconiane d'austerity già viste altrove: licenziamenti, dismissioni e vendite del patrimonio pubblico, sottendendo  una sorta di senso di ineluttabilità dell'intervento del privato in questioni di interesse pubblico. Come ha scritto qualcuno l'ideologia “del privato è bello!”.

A Roma si è andato oltre commissariando di fatto la giunta Marino. E Renzi, fedele esecutore e alfiere delle politiche liberiste dell' Unione Europea, non ha ceduto neanche davanti al default annunciato della nostra città.

Noi dal canto nostro da subito abbiamo reagito cercando di squarciare quel velo di a-conflittualità che storicamente vede i lavoratori delle municipalizzate, e in particolare gli operatori ecologici, come afflitti da un apatia costante, anche di fronte al più grande attacco portato avanti dal governo nei confronti dei lavoratori comunali.

Ci sono operai come noi che non si arrendono. Con la collaborazione e l'appoggio di realtà sociali e politiche che subiscono parimenti quei fenomeni drammatici di impoverimento e d'impossibilità di accesso a salari e servizi o, come i comitati ambientali, lottano contro le devastazioni ambientali, abbiamo dato vita ad un coordinamento che ci vede in prima linea nel difendere diritti e occupazione e quel che di buono rimane nel pubblico e, anzi, rilanciando su un altra e migliore gestione di esso.
Una visione che miri al coinvolgimento operaio nelle decisioni strategiche e operative, che impedisca a privati e cooperative di speculare e sfruttare.

Una gestione che miri all'innalzamento dei stipendi, al taglio netto degli sprechi e dei compensi di manager e consulenti, che attribuisca il giusto valore al lavoro su strada, ad una differenziata che limiti gli impatti ambientali e che non permetta mai più la possibilità di dar vita a situazioni come Malagrotta e affini, che rispetti la salute di chi lavora negli impianti ad alto rischio o nelle rimesse.

L'idea è far confluire tutte le lotte in una solo grande lotta: dal precario al comunale, dal migrante al senza casa fino al cittadino costretto ad abitare nelle adiacenze di siti ad alta nocività, combattendo la frammentazione con la condivisione di esperienze e di obiettivi.
Invertire i rapporti di forza, fare pressione sui confederali radicati nel loro immobilismo incapaci di assumersi quello che dovrebbe essere il loro ruolo di difesa dei lavoratori.

Per questo, il prossimo 17 maggio scenderemo in piazza con le nostre rivendicazioni per la manifestazione nazionale contro le privatizzazioni.

Coordinamento Operaio Ama
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