Corteo contro IKEA: un grande successo. Una corrispondenza da Piacenza

Dopo una settimana di dura lotta, fatta di picchetti all’alba, manganellate della polizia, annunci di denunce, criminalizzazione mediatica contro militanti e sindacalisti, possiamo darvi finalmente una buona notizia.

Ieri, domenica 11 maggio, più di mille fra lavoratori, cittadini piacentini e militanti di collettivi e centri sociali, sono scesi in piazza in solidarietà alla lotta dei facchini IKEA, ingiustamente sospesi dalla Cooperativa San Martino la scorsa settimana.

La sospensione dei lavoratori, giustificata dalla Cooperativa come “misura necessaria” dopo un blocco interno operato da oltre 200 facchini a cui era stata negata un'assemblea sindacale, è un chiaro attacco al sindacato conflittuale S.I. Cobas, vero obiettivo della reprimenda padronale.

Quello che infatti si vuole colpire è il sindacato che negli ultimi anni nel piacentino ha sottratto centinaia di ragazzi al lavoro nero o alla non applicazione dei contratti, come nel caso di IKEA. Quello che si vuole colpire è insomma uno strumento di difesa per tutti i lavoratori, che gli ha consentito di avere contratti, aumenti salariali, rispetto dei tempi etc.

In questa settimana era stato totale l'accerchiamento da parte di media, istituzioni (con sindaco PD e presidente della provincia che chiudono subito al dialogo e lanciano continui strali contro il SI Cobas) e forze dell'ordine (che mercoledì avevano provveduto a sgomberare militarmente il picchetto dei lavoratori). Ciononostante, il corteo di ieri è stata una grande risposta: di fatto è stato uno dei più grandi che abbiano mai attraversato la città.

Nonostante i tempi stretti della chiamata, la settimana logorante, nonostante i tanti impegni di movimento, le dimensioni ristrette della città, la campagna infamante a mezzo stampa, che presentava i manifestanti come pericolosi estremisti, il corteo ha saputo portare tantissima gente in piazza.



Parole d'ordine chiare e determinazione nelle pratiche:
all'ordine di fermare il corteo fuori dal centro cittadino, centinaia di facchini hanno risposto forzando il blocco della celere (che si è ritirata dopo pochi secondi per evidente insostenibilità di uno scontro) e prendendosi le strade in un corteo che è giunto sino al cuore di Piacenza.

La trattativa odierna, convocata dalla Prefettura spaventata da tanta determinazione e forza operaia, non vedrà però la presenza dei dirigenti della Cooperativa San Martino che si ostinano a non trattare con il sindacato che rappresenta oltre l'80% dei facchini in magazzino.

Davvero una scelta incredibile, se si considera che la Cooperativa si ammanta di essere progressista, di andare d’accordo con i sindacati, di essere “democratica”. Una scelta che però non sorprende affatto chi come noi da anni mostra che il sistema delle cooperative – da cui non a caso proviene il Ministro Poletti, l’autore del Jobs Act, ovvero il provvedimenti più letale per i precari e i lavoratori italiani – è pensato per comprimere diritti e far fare maggiori profitti ai padroni.  

È quindi prevedibile che sarà ancora lunga la lotta contro uno degli esempi migliori del paradigma di sfruttamento nella logistica nostrana, che continua a rimanere un caso unico in Europa rispetto all'esternalizzaizone a cooperative della manodopera.

Ma, se è prevedibile che la lotta sarà lunga e difficile (e per questo invitiamo tutti i cittadini piacentini e i compagni italiani a dare il massimo sostegno ai facchini), è altrettanto prevedibile che noi non molleremo, che non ci intimidiranno, che la Cooperativa non avrà vita facile. Molte lotte su questo terreno sono state vinte, molte altre restano ancora da fare! E, come abbiamo cantato domenica in piazza, “il facchino paura non ne ha”!

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- Per seguire e sostenere la battaglia dei facchini, visita la
- ascolta la trasmissione Corrispondenze Operaie di lunedì 12 Maggio su radioondarossa con collegamento da Piacenza

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