[Catania] La lotta delle lavoratrici degli asili nido

Da un paio di mesi circa è in atto a Catania la lotta delle lavoratrici degli asili nido comunali contro la riforma varata dalla giunta di centro-sinistra Bianco. La situazione degli asili nido è, infatti, drammatica, perché con il piano di rientro del bilancio sono state aumentate in maniera spropositata le rette di compartecipazione, per cui si è passati da un sistema a 60 fasce che permetteva alle famiglie meno abbienti di mandare il proprio figlio all'asilo gratuitamente o con piccoli contributi a un sistema in cui le rette per la mezza giornata vanno dai 55 ai 255 euro, per l'intera giornata dai 145 ai 295 euro al mese.

La conseguenza inevitabile è stata il drastico calo delle iscrizioni, che rischia di far collassare l'intero sistema, dal momento che, a fronte dei 740 bambini annunciati dal sindaco, il numero di iscritti che attualmente frequenta le 14 strutture non raggiunge neppure la metà della cifra prevista. Le famiglie non mandano i bambini e le bambine agli asili nido perché non possono permettersi di pagare rette così alte!

A peggiorare la situazione c'è il fatto che le mancate iscrizioni stanno mettendo in serio pericolo il posto di lavoro delle lavoratrici degli asili nido, 100 educatrici comunali e 99 impiegate per i servizi ausiliari.  La riforma voluta dalla Giunta Bianco ha infatti previsto il rapporto di un'educatrice ogni 10 bambini e di una lavoratrice ausiliaria ogni 13 e in un simile contesto al momento il 50 % circa del personale rischia il licenziamento e il resto la riduzione dell'orario di lavoro, già minimo, con una conseguente decurtazione degli stipendi.

Inoltre, la progressiva esternalizzazione del servizio a cooperative private, non solo per quel che riguarda la pulizia e la mensa, ma anche la cura dei bambini in fascia pomeridiana, oltre a iscriversi nel graduale processo di privatizzazione e smantellamento del pubblico in atto in questo Paese da anni, di fatto ha determinato un netto peggioramento delle condizioni dei lavoratori/trici, con tagli sul costo del personale, salari più bassi ed anche mancato pagamento degli stipendi. In assenza di finanziamenti dal Comune, a causa del bilancio in rosso, due delle tre cooperative che si occupano dei servizi ausiliari non hanno pagato le dipendenti per mesi. Una situazione del tutto inaccettabile, insomma, a cui le lavoratrici hanno risposto con una mobilitazione che ha raggiunto l'apice a marzo con l'occupazione di sette asili nido e l'assemblea permanente nei restanti 7.

Grazie alla loro lotta, il Comune ha concesso una proroga fino a luglio e le cooperative hanno pagato tre mesi di stipendio. Al momento, si è, dunque, in una condizione di stand-by, in attesa anche dell'imminente cambio d'appalto. Se, però, non verranno diminuite le rette e la situazione rimarrà invariata, resta comunque elevato per il prossimo anno il rischio di licenziamenti e di riduzione dell'orario di lavoro e le lavoratrici, compatte e determinate, si dicono pronte a riprendere immediatamente la lotta, al fine di ottenere migliori condizioni lavorative e di poter garantire un servizio eccellente e di qualità a tutti e tutte.

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