[Torino] Operatori Scolastici ancora in strada nonostante l'accordo

Nonostante l'accordo raggiunto nella notte fra venerdì e sabato scorso (28-29 Marzo) tra le centrali sindacali (CGIL-CISL-UIL) e il Ministero dell'Istruzione, che ha provocato la revoca dello sciopero, indetto in tutta la provincia del capoluogo piemontese, stamattina una cinquantina di lavoratrici e lavoratori delle cooperative in appalto nelle scuole torinesi, si sono riuniti in presidio sotto la sede della Regione Piemonte in Piazza Castello.

 

Già a fine febbraio, con un presidio permanente che ha visto incatenarsi le bidelle per quattro giorni e quattro notti sotto il Comune di Torino, le lavoratrici dei servizi di pulizia delle scuole avevano strappato con la lotta una proroga di un mese all'entrata in vigore delle nuove condizioni di lavoro, che prevedeva una radicale riduzione degli orari (da 38 a 8 o da 25 a 5 ore settimanali), oltre che l'aggravio del carico di lavoro causato dall'aggiunta di mansioni di “manutenzione” delle strutture scolastiche al loro lavoro ordinario.

Alla vigilia dello scadere della proroga, le lavoratrici erano tornate a farsi sentire, occupando dal 26 marzo la scuola “Fontana” del quartiere Vanchiglia di Torino, con la promessa che non se ne sarebbero andate da lì sino a una sostanziale revisione del piano previsto fra Governo e Cooperative.

Con il succitato accordo del 28 Marzo il governo proroga i fondi per la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali in deroga, con uno stanziamento di circa 60 milioni fino a giugno. Ma l'accordo su più fronti altro non è, come le lavoratrici ci tengono a sottolineare, che “una pezza” messa a tamponare una situazione che resta comunque onerosa per i circa 500 operatori scolastici della provincia torinese, nonché precaria nella prospettiva della salvaguardia del posto di lavoro stesso.

La riduzione dell'orario, causata dalla gara d'appalto CONSIP per la gestione dei servizi - vinta da Legacoop grazie ad un'offerta tutta al ribasso - da un lato colpisce pesantemente la busta paga dei lavoratori, con una riduzione sino al 72% dello stipendio, dall'altro, con l'imposizione di una radicale riduzione dell'orario (il più delle volte solo due ore al giorno) comporta un evidente peggioramento del servizio, unitamente ad un sostanziale aumento del carico di lavoro: come ci racconta Giusi, a lei tocca pulire 29 aule, due bagni e diverse palestre in sole due ore, assieme a sole  altre tre persone di cui due disabili.

Oltre al danno su riduzione di orario e stipendio, come abbiamo evidenziato, con il nuovo contratto giungerebbe pure la beffa delle cosidette “nuove mansioni”, che ricadrebbero sempre sulle spalle dei bidelli e delle bidelle: nelle poche ore a disposizione per la pulizia e la custodia delle scuole, i lavoratori dovranno anche mettersi a disposzione per lavori di muratura, giardinaggio, tinteggiatura etc. nelle strutture scolastiche.

In sostanza si impongono ai lavoratori, per altro spesso con disabilità o assunti all'interno di progetti di reinserimento sociale e lavorativo, maggiori ritmi di lavoro e minori stipendi, nonché di sopperire alle carenze strutturali degli edifici scolastici sempre più scadenti e insicuri, “reinventandosi” muratori, imbianchini, elettricisti e giardinieri.

Per tutti questi motivi stamattina dal presidio sotto la Regione è partito un corteo spontaneo per le vie della città sabauda che è arrivato sotto l'Assessorato alle Risorse Educative, dove è stato strappato un incontro tra l'assessore e una delegazione di circa una decina di lavoratrici.

intervista a una lavoratrice (da radioblakout.org)


La giornata di mobilitazione è continuata nelle scuole torinesi, dove nel pomeriggio in ogni istituto  si sono tenute assemblee sindacali aperte agli insegnanti, ai genitori e alla cittadinanza. L'esperienza della “Scuola Fontana Occupata”, infatti, ha attivato una rete solidale sia fra pesonale ATA strutturato – che ancora non risente, direttamente, dei tagli al settore - sia fra docenti e famiglie. Il problema non ricade infatti solo sui bidelli delle cooperative colpiti dai tagli, ma più in generale su chi si trova a vivere ogni giorno spazi scolastici più insicuri e meno puliti.

Rete Camere Popolari del Lavoro