[Padova] Corteo 1 Marzo: "Poletti in magazzino, Cagòl in lavanderia, questa è la nostra democrazia!"

A Padova sotto la pioggia battente c’erano quasi 1000 persone alla manifestazione per sostenere le lotte dei migranti. La sua composizione potrebbe costituire una delle più importanti novità dopo sei anni di crisi e di batoste sui luoghi di lavoro, e potrebbe addirittura contribuire a ricomporre le dilanianti separazioni dei movimenti sociali cittadini e regionali, solitamente divisi. Un segnale importante il cui motore sono lotte reali sul posto di lavoro.

Così, dai facchini dell’Adl-Cobas, i più numerosi, si ritrovavano insieme a manifestare alcuni studenti delle scuole superiori del Coordinamento Studenti Medi, insieme anche ad universitari, e poi gli autoriduttori del Comitato Due Sì per l'acqua bene comune; i lavoratori migranti e italiani sostenuti dal Prc; e anche le lavoratrici del Santa Tecla di Este, che hanno deciso di partecipare all'ultimo momento ma il cui spezzone ha riscosso più partecipazione di quanto atteso, oltre che altri lavoratori anche da parte di studenti universitari.
Noi eravamo lì insieme ad altri compagni e compagni a dare sostegno e distribuire un volantino scritto per l'occasione. Oltre ai tanti lavoratori immigrati erano presenti anche i rifugiati in attesa di un permesso umanitario, a segnalare la trasversalità delle forme di oppressione operate dal ricatto della cittadinanza.

Il corteo era aperto dai lavoratori dell’Artoni e di Despar che negli ultimi mesi hanno messo in campo lotte contro i licenziamenti e le rappresaglie anti-sindacali. Pochi giorni prima lo sgombero degli operai che da dicembre bloccavano la logistica dell’Artoni aveva reso chiaro come il nuovo governo Renzi con il suo ministro, Giuliano Poletti, intendono governare le lotte. La rottura di qualsiasi mediazione con il capo delle cooperative italiane piazzato al Ministero del lavoro, la Confindustria al ministero dello sviluppo economico e il Fondo monetario internazionale al Ministero dell’Economia mettono in luce il tentativo di chiudere ogni spazio possibile.

Ieri a Padova le lotte dei migranti e la crisi economica paiono aver fatto il miracolo: percorsi ed esperienze diverse hanno trovato un importante momento di convergenza insieme. Il nostro compito è fare in modo che questa non si perda, come troppo spesso accaduto, nelle ritualità e rappresentazioni simboliche, nonché nei calcoli tattici e miopi, di un movimento che è stato troppo facilmente confinato ai margini di una società che sta pagando il prezzo della propria insostenibilità.

- Qui il volantino che abbiamo distribuito insieme ad altri compagne e compagni
- Corrispondenza su radiazione.info

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