[Este - PD] Lavoratrici Santa Tecla in lotta: ritiro dei licenziamenti subito!

Non si rassegnano le lavoratrici licenziate della Fondazione che gestisce la Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani Santa Tecla di Este. Dopo il 15 e il 21 gennaio, ieri è stata organizzata un'altra mattinata di lotta. Nonostante la pioggia, il freddo e il buio, dalle 5 del mattino hanno tenuto un nutrito picchetto fuori dai cancelli dell'istituto, impedendo l'ingresso delle neo assunte dalla cooperativa e dei colleghi di turno che credono ancora di potersela cavare individualmente. Ai loro (ex) datori di lavoro, ossia gli ecclesiastici della diocesi, rivolgono ironiche ma incazzate battute che riecheggiano dal megafono sui muri di quell'edificio in cui per anni hanno assicurato agli ospiti un servizio fatto di quotidiano impegno e dignità.

Le lavoratrici avrebbero dovuto fare un "test" selettivo per poter essere ri-assunte dalla cooperativa che d'ora in avanti gestirà il personale, queste donne e questi uomini, che il loro lavoro lo sanno fare (eccome!) da moltissimi anni (anche più di trenta), controbattono che chi non sa fare il proprio lavoro e va licenziato non sono di certo loro: da mandare a casa sono proprio i membri del CDA che ora si permettono di licenziarle ( che venivano incitati ironicamente a scendere ai cancelli per una selezione), dopo aver sperperato denaro pubblico con una gestione aziendale catastrofica, ma continuando, nonostante tutto, a garantire per sé stipendi di più di diecimila euro al mese a testa. Pare opportuno sottolineare come proprio questi egregi signoroni così remunerati, questi pastori di anime, si erano permessi di proporre ai lavoratori un contratto di solidarietà che prevedeva una retribuzione di 400 euro al mese. Ecco quanto vale, rispetto  alla loro, la vita di chi si è spaccato la schiena e continua a fare bene il proprio lavoro garantendo il buon funzionamento della struttura... Per l'appunto, a sottolineare questa ingiustizia, una lavoratrice fuori dal cancello osservava, rivolgendosi ad una infermiera crumira che voleva entrare: "Vai, vai a lavorare per loro! Poi ti danno da mangiare il tramezzino, mentre loro si mangiano il pesce!!" [Liberamente tradotto dal veneto, ndr].

Intervista a rappresentante dell'USB, a una lavoratrice  e a un lavoratore licenziati

Queste donne e questi uomini denunciano anche le manovre per dividere il fronte di lotta, che è ancora per fortuna molto compatto: don Cagol, il Presidente della Fondazione e delegato vescovile per la Pastorale sociale e del lavoro, ha iniziato a fare telefonate a casa, contattando personalmente ognuna di loro per rassicurarle dicendo che troveranno per loro altri posti di lavoro in cui farle assumere, purché la smettano di prendere parte alle proteste. Questi "trucchetti" esprimono una miseria umana impressionante, che le lavoratrici stanno vivendo giustamente come una offesa alla propria intelligenza e dignità.

Non sono mancate nemmeno tensioni con i carabinieri, i quali si imponevano come unici interlocutori verso chi arrivava ai cancelli per entrare, senza dare la possibilità a chi protestava di spiegare le ragioni del picchetto e di esortare a stare fuori... Da rilevare l'ingombrante presenza di più di una mezza dozzina di carabinieri in assetto antisommossa.

Alcune infermiere e alcuni operatori sono stati sordi alle richieste di solidarietà e agli inviti a rimanere fuori tutti insieme e hanno approfittato della presenza delle forze dell'ordine per entrare. Ma molti altri hanno solidarizzato e atteso almeno fino a quando non sono stati chiamati direttamente sui cellulari dal direttore che a aperto un passaggio solitamente inutilizzabile.

Verso le 10 il picchetto si è spostato sotto le finestre del Municipio nel centro di Este; all'arrivo delle lavoratrici, la chiesa che si trova sulla piazza principale, sede del potere ecclesiastico che ha in mano Santa Tecla, era già presidiata dai carabinieri. Ritornati ai cancelli, il blocco è andato avanti fino alle 15 di ieri pomeriggio, riuscendo ad impedire vari ingressi, pur sempre con l'attenzione che agli assistiti fosse garantita un minimo di assistenza, ma costringendo anche il direttore a sporcarsi le manine: si ha notizia che la settimana passata il direttore abbia dovuto lavare dei bagni.

I licenziamenti purtroppo per il momento restano, vista la totale negazione, da parte del CDA, di qualsivoglia contrattazione con i lavoratori. Nei prossimi giorni però ci si aspetta sviluppi decisivi anche su un'altro fronte; vi è in ballo una relazione di 570 pagine che denuncia le responsabilità dei dirigenti della fondazione (e non solo): se essa verrà a costituire materiale di indagine che darà avvio ad un procedimento penale a carico di questi ultimi, ciò comporterà il commissariamento obbligatorio dell'intera struttura, con un rimescolio delle carte in tavola che, che con la lotta potrà favorire il rientro di tutte e tutti.

Intanto, la determinazione non viene meno, le parole d'ordine imprescindibili rimangono queste: ritiro dei licenziamenti subito! Non un passo indietro!

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- [intervista] Picchetto dei lavoratori Santa Tecla di Este

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