Logistica, TNT: i facchini incrociano le braccia. Una testimonianza da Roma

Da qualche tempo pende sui lavoratori dei magazzini TNT di tutta Italia la minaccia della ristrutturazione. Un piano che prevede “da Gennaio 2014 la messa in mobilità di 1/3 degli impiegati diretti e la diminuzione delle commesse in Italia”, che avrà effetti pesantissimi anche sui dipendenti indiretti, cioè tutti quei facchini assoldati dalle cooperative che si spezzano la schiena per i profitti di TNT e dei propri caporali. Anche loro ovviamente sono a rischio di licenziamenti, cassa integrazione, diminuzione delle retribuzioni.
L'unica “crisi” che giustifica questo attacco è quella degli insufficienti margini di profitto... insufficienti rispetto a quelli che l'azienda pretende di fare e fa in altri luoghi. Ovviamente i costi ricadono sulle spalle dei lavoratori.

Anche per questo Si Cobas e Adl Cobas, i due sindacati in cui sono organizzati i lavoratori, hanno proclamato da tempo lo stato di agitazione, e tra Giovedì sera e Venerdì mattina hanno indetto due ore di sciopero nazionale che ha interessato numerosi magazzini sparsi per l'Italia. Per ottenere “l'annullamento del piano di ristrutturazione”, ma non solo: il rispetto del CCNL; il pagamento di ferie, tredicesima, quattordicesima e permessi; l'applicazione delle norme di sicurezza e prevenzione; turni e carichi di lavoro uguali per tutti.

Così i facchini hanno incrociato le braccia nei magazzini di Ancona, Bologna, Brescia, Milano, Roma, Padova, Piacenza, Torino, Verona.
Gli scioperi hanno visto un'altissima adesione soprattutto a Nord (fino al 100%), mentre laddove questa è stata più bassa gli effetti sull'interruzione della produzione sono stati comunque molto alti, arrivando a dimezzarla e portando a notevoli ritardi negli smistamenti. Come ci si era proposti, si è quindi costretta “l'azienda ad affrontare i problemi dei lavoratori”, attraverso danni economici ripercossisi sull'intera filiera produttiva. Tutto questo nel periodo pre-natalizio, quando cioè l'azienda preme per fare il massimo degli utili, prima che gli ordini calino dopo le festività.

La dirigenza della TNT è stata quindi costretta a rispondere, ma come sempre con promesse vane ed inattendibili: se già è difficile fidarsi di qualsiasi carta proposta dai padroni, quando, come in questo caso, questi si limitano ad una e-mail del Direttore del Personale, la cosa ha tutta l'aria di una presa in giro. Ci è limitati infatti a generiche righe che esprimevano soltanto la volontà di aprire dei tavoli di trattativa non ufficiali, dando un generico mandato ai subappaltanti di trattare.
D'altronde per la TNT italiana dover prendere atto della forza dei lavoratori sarebbe un bel problema, di cui dovrebbe rispondere davanti alla dirigenza olandese, ma anche davanti a Confindustria ed ai sindacati confederali (che dovrebbero tutelare gli impiegati diretti, ma che hanno ormai accettato il piano di ristrutturazione).

La lotta quindi continua, anche pronta a reagire alle eventuali ritorsioni dell'azienda, che fin'ora si sono concentrate solo laddove l'agitazione dei lavoratori è stata più debole, come a Roma dove 14 lavoratori furono sospesi. Sospensione che però la TNT fu costretta poi a ritirare, proprio in virtù della forza organizzativa dei lavoratori stessi, che possono contare su una solidarietà diffusa (anche dei militanti riuniti nell'assemblea di sostegno, e non solo). Solidarietà e sostegno che i lavoratori dei magazzini più forti sono pronti a dimostrare immediatamente qualora quelli dei magazzini più deboli fossero attaccati, consci che un attacco ad uno sarebbe un attacco a tutti.

Una piccola testimonianza da Roma

Nell'area di Roma i magazzini TNT sono tre: uno a Ciampino, uno a Fiano Roma, uno a via Salone (periferia Est). Nel primo l'adesione è stata molto alta, minore invece negli altri due, forse anche a causa del clima di terrore che la dirigenza sta tentando di insinuare. L'effetto si è comunque sentito anche in questi ultimi, come abbiamo visto.
Di seguito un breve video tratto dal picchetto di via Salone, in cui due lavoratori (di origine eritrea) ci raccontano i motivi della loro lotta e le terribili condizioni in cui lavorano.


Di seguito il volantino che è stato distribuito

È INIZIATA IN TUTTA ITALIA LA MOBILITAZIONE NEI MAGAZZINI TNT CONTRO IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE

Da più di un anno, nei magazzini di tutta Italia della TNT e di altre importanti multinazionali della movimentazione merci (BRT, SDA, DHL, GLS) ci sono state proteste e scioperi organizzati dai facchini contro le condizioni di sfruttamento sul lavoro.
Infatti nei magazzini TNT, come negli altri, tutti i lavoratori sono trattati da schiavi con la complicità delle cooperative: i facchini sono costretti a carichi e orari di lavoro massacranti, sotto gli insulti e le minacce di capi e caporali, sottopagati rispetto alle ore di lavoro effettuate e senza retribuzione degli straordinari, mentre i corrieri sono costretti a correre nel traffico per 12 ore con l'obiettivo di fare il maggior numero di consegne per portare a casa un misero stipendio.

Come se non bastasse la TNT ha approvato un piano di ristrutturazione che prevede da gennaio 2014 la messa in mobilità di 1/3 degli impiegati diretti e la diminuzione delle commesse in Italia. Questo avrà conseguenze sulle cooperative di facchini e corrieri perché diminuiranno anche le ore di lavoro, quindi porterà cassa integrazione e licenziamenti per tutte le cooperative in tutta Italia.
Una ristrutturazione che non è giustificata da nessuna crisi economica, ma soltanto dal mancato raggiungimento dei profitti prefissati che si vuole far pagare come sempre sulle spalle di chi lavora.
Questo è solo il primo di una serie di scioperi dei facchini della TNT che richiama all'unità sia i corrieri che gli impiegati, visto che ormai il piano di ristrutturazione della TNT è diventata un'amara realtà. Per questo:

OGGI E' INDETTO LO SCIOPERO NAZIONALE DI 2 ORE PER OTTENERE:

il rispetto del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro
il pagamento al 100% delle ferie, della tredicesima, della quattordicesima e dei permessi
il pagamento delle paghe orarie normali/straordinarie, festive/notturne previste dal contratto nazionale
turni e carichi di lavoro uguali per tutti
il rispetto della dignità dei lavoratori da parte di capi e dirigenti
la piena applicazione delle norme di sicurezza e prevenzione sul lavoro
l'annullamento del piano di ristrutturazione

Se si fermano i lavoratori nei magazzini si crea all'azienda un grave danno economico che si ripercuote sull'intera catena produttiva: nelle mani di facchini e corrieri passa infatti tutta la merce che riempie i negozi, rifornisce le fabbriche e quella che arriva direttamente a casa del consumatore.
È solo così che si costringono le aziende ad affrontare i problemi dei lavoratori! In vista delle feste di natale, in cui l'azienda guadagnerà di più sfruttando l'incremento del consumo e aumentando i carichi di lavoro dei suoi dipendenti, uno sciopero diventa ancor più efficace!
Le lotte organizzate dai facchini con determinazione e coraggio hanno portato paghe più alte, lavori meno duri e la fine dell'arroganza di capi e padroni!

SOLO LA LOTTA PAGA! UNITI SI VINCE!

www.sicobas.org
Assemblea di sostegno alle lotte della logistica - Roma

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