[Campi Bisenzio, FI] Panorama, 40 lavoratori stracciano la tessera CGIL

Circa due settimane fa, un gruppo di una quarantina di lavoratori dell'Ipermercato Panorama di Campi Bisenzio ha scelto di strappare la tessera della CGIL, e lo ha fatto con una lettera aperta che pubblichiamo sotto. Vogliamo raccontare brevemente la loro storia, perché, sebbene riguardi un numero limitato di lavoratori sugli oltre 7.300 dipendenti del gruppo PAM-Panorama, rappresenta un messaggio chiaro per tutti coloro che, lavoratori e lavoratrici del commercio, devono affrontare l'ennesimo, pericolosissimo, attacco padronale: l'inserimento della domenica nelle normali giornate lavorative.

La vicenda ha inizio il 3 agosto 2012, quando, per l'ipermercato di Campi B., CGIL, UIL ed azienda stipulano un accordo “sperimentale” che verte sull'organizzazione del lavoro; nel testo si prevede l'obbligo del rientro domenicale per un certo numero di domeniche, qualora i rientri “volontari “ non siano sufficienti a garantire le aperture durante tutto l'anno. Informalmente, poi, l'azienda annuncia eventuali esuberi e trasferimenti “qualora ci si rifiutasse di accordarsi sul lavoro domenicale”1.

Alcuni lavoratori si oppongono, tuttavia l'azienda ed i sindacati firmatari, tramite una propaganda martellante ed il peso del ricatto, riescono a far passare l'accordo tramite referendum; per l'occasione, verranno spinti a votare anche alcuni capi-area e capi-reparto, figure solitamente “disattente” e poco partecipi.

L'esperimento dura, secondo i patti, fino al 30 novembre. Allo scadere del periodo di prova, l'azienda prende tempo per rinnovare ed eventualmente modificare l'accordo, mentre il sindacato non sollecita in alcun senso: si procede di comune accordo affidandosi ai lavoratori volontari ed agli interinali, di cui il supermercato fa ampio uso pur di non assumere.2

Nel frattempo, il 29 gennaio 2013 l'azienda fa una richiesta di mobilità, per un totale di 12 esuberi, visto che il supermercato Panorama è l'unico punto vendita del centro commerciale “I Gigli” che non segue il trend positivo degli altri negozi. Gli stessi sindacati firmano, senza nemmeno indire un'ora di sciopero, nonostante la richiesta palesi ancor di più i toni del ricatto. Infatti gli esuberi previsti potrebbero essere più di 12, qualora “non vi fossero le aperture domenicali”, come cita testualmente l'accordo.

I dipendenti “ribelli” decidono di rifiutarsi di coprire le domeniche volontariamente, costringendo l'azienda a ricorrere agli ordini di servizio, cioè all'obbligo di presentarsi al lavoro, previsto dall'accordo. Sono ancora in tanti, però, spinti dai bassi salari, a rinunciare al riposo collettivo pur di guadagnare qualcosa in più, per cui l'azienda raramente è costretta a ricorrere alle precettazioni. L'azienda poi continua, nonostante gli esuberi, ad affidarsi agli interinali, e continua anche a pagare i dipendenti che lavorano la domenica “in ordinario”. Gli unici che ricevono una paga straordinaria sono i capi-reparto di presidio.

La spada di Damocle dei licenziamenti si abbatte sui lavoratori nel giugno del 2013, quando CGIL, UIL ed azienda firmano un nuovo accordo, che prevede un totale di domeniche di rientro, per un massimo di 14 da effettuarsi entro il 30 novembre 2013. L'accordo è retroattivo, calcola cioè il numero di domeniche da lavorare non sul periodo che va dal 20 giugno, data della stipula, al 30 novembre, ma sull'intero anno solare. Ciò vuol dire che chi, in segno di protesta, si è fino a quel momento rifiutato di prestare servizio volontario di domenica, è costretto obbligatoriamente a concentrare i rientri domenicali di tutto un anno in soli 5 mesi. L'accordo passa anche in assemblea, perché sostenuto dal ricatto occupazionale: o firmate, o verrete licenziati/trasferiti. É la goccia che fa traboccare il vaso. Passata l'estate, ad ottobre, 40 lavoratori decidono di abbandonare la CGIL, colpevole di aver firmato accordi “spazzatura” senza mai ricorrere alla lotta. La maggior parte di loro prendono le tessere del sindacato USB.

La battaglia contro la domenica lavorativa, promossa dal , produce così una piccola, ma importante svolta. Il Comitato, nato nel 2011 per opporsi alla liberalizzazione di Monti, accoglie migliaia di lavoratori del commercio, conducendo una battaglia d'opinione contro le Domeniche. Nonostante la buona partecipazione alle iniziative promosse dal comitato locale, a Campi Bisenzio la lotta non si spinge mai oltre i presidi, i flash-mob ed i cortei, vista la riluttanza dei sindacati ad organizzare scioperi. Dopo due anni di vane pressioni, 40 lavoratori di Panorama, su circa 190, hanno infine deciso di abbandonare la CGIL, il sindacato maggiormente rappresentato in azienda, e di auto-organizzarsi appoggiandosi ad un sindacato di base. Non si tratta però di un semplice cambio di bandierina: di fronte alla passività dei funzionari confederali, di fronte alla necessità di dare uno sbocco più incisivo alla battaglia per le domeniche, questi lavoratori hanno scelto di dotarsi di uno strumento per poter lottare.

Il primo scoglio verrà al momento di ottenere i diritti sindacali ed il riconoscimento di almeno un delegato in azienda, un obiettivo arduo, anche perché nel frattempo il nuovo accordo nazionale sulla rappresentanza potrebbe entrare in vigore anche per loro.

Di seguito la lettera dei lavoratori.

CGIL? No, grazie

Sotto l’incessante richiesta dei lavoratori di adottare una politica di lotta che bilanci di nuovo i diritti negati, la Filcams di Sesto Fiorentino non risponde più.

Queste le motivazioni che hanno spinto una quarantina di lavoratori di Panorama di Campi Bisenzio a disdettare le tessere CGIL. Oltre a una mancata politica gestionale sulle domeniche e i festivi, tema scottante e molto sentito da tutti i lavoratori del commercio in generale, a Panorama, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato a questa emorragia di tessere è stata la mancata elezione delle rsu, elezioni fortemente desiderate dalla maggioranza dei lavoratori.

Tutto questo è da inserire in un atteggiamento di inerzia da parte di un sindacato che non vuole far sua una lotta che invece i lavoratori chiedono a gran voce. Un comportamento che ha snaturato totalmente lo slogan portato avanti dallo stesso sindacato sulle rive dell'Arno nell'unica vera iniziativa organizzata dalla CGIL contro il lavoro domenicale e festivo. “La festa non si vende” diceva lo slogan. I lavoratori di Panorama che hanno disdettato la tessera dicono: “la festa non si vende tutta insieme, ma poco alla volta” riferendosi alla politica depistante attuata dalla CGIL sul tema delle domeniche lavorative. Secondo i lavoratori “sovversivi” la CGIL ha inscenato una finta lotta per contrastare le domeniche e i festivi lavorativi, nel frattempo hanno inserito questa possibilità a piccoli passi per far sì che i lavoratori metabolizzassero meglio la pratica del lavoro domenicale e festivo, evitando così una sorta di shock.

La battaglia sulle domeniche è sempre stato un tema fortemente sentito dai lavoratori e motivo di grande adesione al sindacato. E proprio in fase di accordo con Panorama sul tema delle aperture domenicali, la Filcams di Sesto Fiorentino che segue le vicende all’interno della suddetta azienda, ha dimostrato una debolezza disarmante nell’affrontare l’argomento. Durante le assemblee viene fatta pressione sui lavoratori per votare l’accordo con l’azienda (la quale aveva posto sul tavolo un aut aut che sapeva di ricatto: o firmate l’accordo o trasferiamo dipendenti nelle sedi di Roma e Torino). Pessima mossa da parte della Filcams che così ottiene la maggioranza che sindacato e azienda si auspicavano ma perde automaticamente credibilità agli occhi di molti lavoratori.

Ma non finisce qui: per il 2013 c’è da segnalare anche un nuovo accordo sulle domeniche lavorative che ha dell’eccezionale perché è concepito con valore retroattivo poiché viene firmato a luglio e non a gennaio alla scadenza del precedente accordo. Dopo ciò arriva l’ennesima batosta per i lavoratori di Panorama: l’azienda decide di aprire una procedura di mobilità e cassa integrazione. Anche in questo caso i sindacati non organizzano nessuna protesta, non viene effettuata una sola ora di sciopero: si indice solo uno stato di agitazione ma solo perché fortemente voluto da alcuni lavoratori che continuano a non concepire questo atteggiamento remissivo della Filcams.

È giusto ricordare che a Panorama nonostante la procedura di mobilità e cassa integrazione, la domenica viene assunta mano d’opera interinale e i caporeparto di presidio vengono pagati in straordinario e non in ordinario come i dipendenti. In mezzo a tale caos alcuni lavoratori si sono autorganizzati rifiutandosi di lavorare la domenica e attualmente sono costretti a farlo mediante ordini di servizio, tutto questo sotto gli occhi addormentati della Filcams.

Proprio in seguito a questa situazione insostenibile i lavoratori preparano una lettera dove si chiede a gran voce la possibilità di eleggere le RSU all’interno di Panorama, ma, e sarà un caso, CISL si mette di traverso, mentre la Camera del Lavoro di Sesto Fiorentino tace, impedendo di fatto ai lavoratori di realizzare quanto chiesto. Di fronte a tutto ciò, in virtù di questa situazione alcuni lavoratori hanno sentito il bisogno di rivolgersi a un’altra organizzazione sindacale, per questo decidono di spostare le tessere presso l’USB, una decisione che è anche una denuncia nei confronti della Filcams di Sesto Fiorentino, se non un monito a farsi di nuovo carico delle vite dei lavoratori che il buon vecchio sindacato pare essersi dimenticato per strada.

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più info:
- Comunicato USB commercio
- Domenica al lavoro? No Grazie! Intervista ad un lavoratore de "i Gigli" (clashcityworkers.org)
- Grecia, il 3 novembre sciopero nazionale contro la domenica lavorativa (clashcityworkers.org)

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Note

1 Ciò è reso possibile dal decreto Bersani del 1998 (8 aperture domenicali più tutte le domeniche di dicembre) e dal decreto Monti del 2011 che consente l'apertura dei negozi durante tutto l'anno solare. Non solo, recependo la legge, i sindacati confederali firmano nel 2008 un CCNL di comparto (Terziario Distribuzione e Servizi) che prevede testualmente lo svolgimento dell’attività lavorativa nella misura non superiore al 30% delle aperture domenicali previste a livello territoriale oltre a quelle previste dal decreto Bersani. Capitolando senza colpo ferire, CISL e UIL, suggellano così a livello nazionale l'erosione del tempo di vita dei lavoratori che dovrebbero tutelare. CGIL firma nel 2009, in un secondo momento, quando “ottiene”, attraverso il “patto per il lavoro” di delegare l'organizzazione del lavoro domenicale alla contrattazione di secondo livello, dove questa esiste. Il CCNL separato del 2011 in ogni caso non contiene alcun “patto”, ma la CGIL non è firmataria. (torna su)

2 Ecco un prospetto trimestrale delle ore lavorate dagli interinali nel supermercato Panorama di Campi B., riportato dal sito web della CGIL. INTERINALI: dal 12/11 al 31/12 n. 4.200; dal 6 al 13 genn. N. 2.200 ore; dal 21 al 26 genn. 101 ore; dal 28 gennaio al 3 febbraio n. 534 ore. Effettuata una richiesta il 28 febbraio per n. 15 interinali (torna su)

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