Lo sciopero dei minatori sudafricani di Marikana si estende ad altre miniere

La lotta può essere contagiosa. Malgrado le sofferenze, le privazioni e talvolta, come in questo caso, il sangue che bisogna versare, può allargarsi. E più si estende più diventa possibile strappare una vittoria.

 

Il massacro di 34 minatori sudafricani lo scorso 16 agosto (ed il ferimento di altri 78) non è bastato a far recedere i minatori della Lonmin di Marikana dai loro propositi: continuano lo sciopero nonostante le minacce di licenziamento della compagnia britannica ed il rischio, ormai più che reale, di mettere a repentaglio la propria vita. Vogliono un aumento dello stipendio: dai circa 400€ attuali ai circa 960€. Lottano per migliori condizioni di lavoro.

Le stesse rivendicazioni sono state fatte proprie dai minatori di altre due compagnie che operano in Sud Africa. 600 lavoratori della Royal Bafokeng hanno incrociato le braccia chiedendo aumenti pari a quelli che vogliono i colleghi a Marikana. E, secondo quanto riferito da fonti della compagnia AngloAmerican Platinum Ltd, lo stesso hanno fatto i trivellatori del sito di Thembelani.

Imprese transnazionali e governo sudafricano sentono eccome le pressioni. Cominciano a temere di dover cedere.

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