[Francia - Diretta] On lache rien! Tutta la Francia contro il Jobs Act.

Oggi i francesi tornano in piazza, con un nuovo sciopero generale convocato da 4 sindacati (CGT, FO, FSU, Solidaires) e tre organizzazioni studentesche (UNEF, UNL, FIDL). Gli scioperi continuano, nonostante gli appelli alla “responsabilità” da parte di alcuni membri del Governo, i quali vorrebbero che le agitazioni avessero fine per consentire un “sereno svolgimento” degli europei di calcio.

Ma è proprio appellandosi a quel senso di responsabilità – verso i propri colleghi, verso i propri figli, verso sé stessi – che i lavoratori francesi sono decisi a non mollare. – non molliamo – è lo slogan più diffuso in questa mobilitazione che entra oggi nella sua fase decisiva.

La Loi El-Khomri – il Jobs Act d’oltralpe – (che abbiamo analizzato in questo articolo) verrà infatti introdotta al Senato, per essere poi discussa fino al 24 giugno, e votata il 28. In senato non è possibile il ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione, quello che ha consentito di bypassare l’Assemblea Nazionale (corrispettivo della Camera italiana), ma d’altra parte a detenere la maggioranza dei senatori è la destra liberista, che ha già annunciato di voler modificare il testo eliminando la settimana di 35 ore (una regola d’altronde già infiacchita da numerosi provvedimenti che l’hanno nei fatti resa un’eccezione, più che la regola). Il Senato sarà quindi molto più permeabile alle richieste della Medef (la Confindustiria francese), che – ben oltre le intenzioni governative – vorrebbe eliminare definitivamente le 35 ore e togliere qualsiasi vincolo ai contratti aziendali, perché i propri rispettabili aderenti abbiano mano libera nel regolare salari e soprattutto tempi di lavoro in base alle proprie esigenze: abbassando i primi e aumentando i secondi, si intende.

Una volta uscita dal Senato, la legge dovrà essere ridiscussa da una commissione paritetica composta da deputati e senatori, che dovranno accordare i due testi: quello uscito dall’Assemblea Nazionale e quello uscito dal Senato. Nel caso in cui – con molta probabilità, essendo le due assemblee di colore differente – la commissione non dovesse pervenire ad un accordo interno, sarà l’Assemblea Nazionale a decidere la sorte della Loi El-Khomri, presumibilmente a luglio. Niente impedirà al Governo Valls di riutilizzare l’art.49.3 della Costituzione per far passare una legge che non ha la maggioranza nemmeno nel PS.

Mentre il Governo si mostra inflessibile, gli apparati dello Stato attaccano il movimento ai fianchi: la manifestazione di oggi sarà interdetta a circa 130 persone nella regione di Parigi, 15 a Rennes. Sono le conseguenze della legge d’emergenza che vige dal giorno degli attentati di novembre, e che permette ai prefetti di impedire la libera circolazione dei cittadini francesi qualora lo ritengano necessario.

In queste condizioni per i lavoratori non è affatto semplice vincere questa battaglia che va avanti ormai dal 9 marzo. Oggi i sindacati hanno annunciato una manifestazione enorme. Tra i 350 e i 400 bus sono stati mobilitati per raggiungere la capitale. Le federazioni sindacali locali hanno addirittura affittato treni ed hanno messo su un servizio di “covoiturage” (autostop collettivo) gratuito per permettere a chi volesse di arrivare a Parigi, e due altre grandi manifestazioni sono state preannunciate per il 23 ed il 28 giugno.

Vada come vada, i francesi ci stanno dando una grande lezione di dignità, una scossa che si è insinuata nelle coscienze di molti lavoratori europei ed italiani in particolare. Basta dare un’occhiata ai commenti che ha scatenato uno degli ultimi tweet della CGIL – emersa da un lungo silenzio –  contenente un piccolo messaggio di solidarietà diretto ai lavoratori francesi. Sotto al tweet, le reazioni di tanti aderenti battono il ritmo dello stesso messaggio: quando il Jobs Act si votava in Italia voi dove cazzo eravate?

Per il pomeriggio di oggi intanto – al netto dei messaggini della Camusso – diverse organizzazioni di base italiane hanno organizzato presidi di fronte ai consolati ed alle ambasciate di Francia: un modo simbolico, ma importante, di dare forza e visibilità alle ragioni dei lavoratori d’oltralpe. Un modo come un altro per recuperare il filo del riscatto nel nostro paese, per lasciare da parte la rassegnazione e l’opportunismo di tanti dirigenti sindacali, per ricostruire il movimento operaio partendo dalla sua essenza: la solidarietà.

Seguite con noi la diretta della giornata! Staytuned!

#noloitravail
#nojobsact
#onlacherien

Segue la diretta:

ore 19.50: la manifestazione ufficiale è finita, altri corteini si dipanano attraverso il centro di Parigi, perseguitati dalla polizia. Questa giornata straordinaria di lotta ha ridato vigore al movimento: già si preannunciano due altre manifestazioni, il 23 e il 28 giugno, quest'ultima in occasione del voto al Senato. Inoltre altre azioni parallele sono previste a Parigi per il 16; il 18-19 giugno; il 25 giugno e il 2-3 luglio. Proveremo a tenervi aggiornati. Stay tuned! Contro la #LoiTravail e il suo mondo!

ore 19.10: il bilancio della repressione: 58 fermati e 40 feriti.

ore 18.00 è ufficiale: l'obiettivo dichiarato dai sindacati, cioè quello di superare il momento finora più alto della mobilitazione (il 31 marzo, quando sfilarono in tutta la Francia un milione e duecentomila persone), è stato raggiunto: un milione di persone a Parigi, un milione e 300.000 considerando il resto della Francia, dove pure ci sono stati cortei. E ora che faranno, dopo più di 3 mesi di mobilitazione, manderanno l'esercito?

ore 17.40 sembra che la polizia continui ad arrestare anche ad Invalides, la spianata dove il corteo dovrebbe sciogliersi. Almeno due nuovi arresti. Nonostante la repressione imponente, il corteo è stato un successo: superato il milione di partecipanti.

ore 17.10 il corteo arriva ad Invalides. La polizia continua assurdamente a caricare e gasare. Gli organizzatori annunciano più di un milione di persone in piazza oggi: la mobilitazione che tutti volevano assopita, ha ripreso vigore. Siamo tornati alle cifre del 31 marzo. Ricordiamo che il grosso del corteo è composto da lavoratori venuti da tutta la Francia. E' assurdo che il progetto di legge non venga ritirato. Non lasciamo soli i compagni francesi, #on lache rien!

ore 16.30: Ad ora a Parigi si contano 26 feriti e 16 arresti.

ore 16.15: Cariche e idranti su chi si è interposto per bloccarli. Una granata stordente è stata lanciata tra un gruppo di giornalisti, la polizia cerca di dissuadere i manifestanti dal terminare il percorso.

ore 16.00: Idranti sui manifestanti a Duroc.

ore 15.40: A Montpellier i manifestanti si dirigono verso la prefettura. A Parigi continuano le cariche e l'uso intensivo di lacrimogeni e granate stordenti.

ore 15.00: Prosegue l'uso di violenza da parte della polizia, più intenso che nella manifestazione del primo maggio. Si vuole mettere in chiaro che il governo francese, come quelli europei, non vuole abbandonare le manovre neoliberiste di macelleria sociale e di precarizzazione generalizzata. Una sola risposta: lotta di classe, compatta e organizzata fino alla fine. Potere al popolo!

ore 14.30: Uso massiccio di lacrimogeni per disperdere i manifestanti, cariche continue e feriti, primi fermi. La repressione non ha aspettato ad abbattersi sui manifestanti.

ore 14: Cariche della polizia, la testa del corteo si separa.

ore 13.30: Parigi. La testa del corteo, compatta e variegata, è già a Boulevard Port Royal in attesa di un maggior concentramento per ripartire. Un primo calcolo approssimativo stima almeno un milione di manifestanti.

ore 13.15: Nantes avanza e blocca le strade.

ore 12.30: Continua il concentramento in Place d'Italie.

ore 12: una ventina di camionette della polizia sulla Boulevard de l'Hopital. Almeno 5000 persone sono arrivate in autobus. Ci sono gendarmi e CRS in tutte le strade perpendicolari ad Avenue des Gobelins. Verso la metropolitana "Gobelins" decine di automobili SRC. Mentre i poliziotti installano griglie antisommossa sulla St-Marcel Boulevard e Avenue des Gobelins, il servizio d'ordine della CGT si dispone verso il blocco della polizia.

ore 11.45: 400 taxi hanno partecipato oggi alla mobilitazione. Operazione lumaca per la lotta di classe!

ore 11.35: enorme dispiegamento di polizia intorno a Place d'Italie. Sirene ed elicotteri da questa mattina, estrema concentrazione di poliziotti a Gobelins/inizio del viale Port Royal, con tanto di "camion prigione". Polizia nelle vicinanze di stazioni della metropolitana a Place d’italie, Corvisart, Glacière, Campo-Formio, Nationale, Olympiades e Tolbiac.

ore 11.30: parte corteo a Marsiglia

ore 11.10: Interruzioni nel settore energetico. Le linee ad alta tensione (400 000 volt) sono state tagliate nella regione di Parigi. La CGT ha annunciato un calo della produzione di 5000 megawatt.

ore 11: Arrivano a Parigi i lavoratori portuali di Le Havre 

ore 10.45: A Lille fermato un pullman della CTG dopo soli 300 metri dalla partenza, controlli minuziosi dei documenti, fumogeni confiscati.

ore 10: arrestato un militante proveniente da Strasburgo e diretto a Parigi. Il militante arrestato appartiene al sindacato Solidaires. Ricordiamo che la manifestazione di oggi è stata interdetta a circa 130 persone nella regione di Parigi e 15 a Rennes.

ore 9.30: corteo dei taxisti a Parigi. Traffico rallentato

ore 7.30: La CGT si dirige verso Parigi con più di 600 autobus. Sono previste inoltre una cinquantina di altre manifestazioni nel resto del paese.

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