[Cina] Arresti di attivisti vicini alle lotte dei lavoratori

Due settimane fa almeno 21 membri di ONG che si occupano di diritti dei lavoratori del Guangdong sono stati arrestati e interrogati dalla polizia cinese. Sei sono ancora agli arresti, accusati di reati come "organizzare una folla per turbare l'ordine pubblico". Pubblichiamo di seguito una petizione lanciata per chiederne la liberazione e la "fine del divieto di formare organizzazioni dei lavoratori".

Guangzhou è la capitale del Guangdong, una delle regioni più industrializzate della Cina. Si trova all'inizio del Delta del fiume delle Perle, una regione divisa tra più municipalità (le più famose: Shenzhen, Dongguan, Foshan) e unita da una distesa interminabile di fabbriche e palazzi in cui vivono e lavorano circa 60 milioni di persone: la fabbrica del mondo. Delle condizioni di questi lavoratori, delle loro lotte e dei loro scioperi si è scritto parecchio negli ultimi anni (in italiano consigliamo i libri Cina. La società armoniosa e Nella fabbrica globale, che raccolgono alcune delle ricerche di Pun Ngai e di altri studiosi cinesi): sono operai migranti dalle campagne, cambiano posto di lavoro di frequente e non hanno paura di scioperare, anche se devono tenere nascosti i loro leader e organizzatori perché rischiano il licenziamento o anche l'arresto.

Ad essere arrestati questa volta sono stati dei membri di centri di assistenza ai lavoratori, delle Ong visto che altri sindacati al di fuori della ACFTU (il sindacato unico) nella Repubblica Popolare non possono esistere. Una ventina sono stati prelevati nelle loro abitazioni il 3 dicembre scorso dalla polizia, sei sono ancora agli arresti, un altro risulta scomparso ed è probabilmente detenuto. Ad essere colpiti sono membri e funzionari di quattro centri diversi dislocati tra Foshan e Panyu (distretto meridionale di Guangzhou) che si occupavano di dare assistenza legale ai lavoratori in causa con l'azienda per il pagamento degli arretrati o degli indennizzi per gli infortuni, di fare corsi di formazione ed attività ricreative per gli operai. In  una di loro, Zhu Xiaomei, parla a dei lavoratori della nettezza urbana di Guangzhou protagonisti di una battaglia nei mesi scorsi per l'assunzione diretta - e non attraverso agenzia interinale - da parte dell'azienda per cui lavorano. Vi ricorda qualcosa? A noi ricorda le analoghe condizioni di tanti lavoratori in appalto o in cooperativa qui da noi. Così come la repressione di chi sostiene le lotte dei lavoratori ci ricorda il motivo per cui tante imprese italiane sono andate in Cina: perché i lavoratori potevano essere pagati meno e non avevano diritto a protestare, organizzarsi, alzare la testa. Mentre la polizia cinese difende i profitti delle imprese straniere, noi non possiamo che unirci al coro dei lavoratori cinesi e chiedere il rilascio degli attivisti arrestati e un paio di cose che anche dalle nostre parti sono sempre di più messe in discussione: libertà di sciopero e di organizzazione!

Qui una raccolta aggiornata di articoli in inglese sulla vicenda.
 per la liberazione degli attivisti.

Pubblichiamo di seguito una petizione promossa da organizzazioni e sindacati cinesi e di Honk Kong:

Poniamo fine all’abolizione delle organizzazioni per il lavoro!

Almeno quattro attivisti sindacali rimangono in carcere a seguito di un recente giro di vite sulle organizzazioni sindacali.

Dal 3 al 5 di dicembre, le ONG del lavoro con sede nella provincia di Guangdong sono state prese di mira in un'ondata dura e inaspettata di incarcerazioni. Almeno quattro ONG del lavoro sono state prese di mira e 25 impiegati e volontari arrestati e interrogati dalla polizia, sette dei quali rimangono in stato di detenzione o non possono essere contattati. Fra gli incarcerati si trovano il direttore del Centro Panyu dei Lavoratori, Zeng Feiyang, un membro del personale Zhu Xiaomei; il direttore della Organizazione Sociale per il Servizio al lavoro Fosha Nanfeiyan, He Xiabo, gli attivisti Peng Jiayong, Deng Xiaoming, Meng Han, e Tang Jian. E stato confirmato che quattro persone fra cui, Zeng Feiyang, He Xiaobo, Zhu Xiaomei e Deng Xiaoming, sono in carcere.

Il governo cinese pretende sviluppare lo "stato di diritto" all'interno dei suoi confini e promuove l'idea di un aumento civile e pacifico a livello internazionale. Tuttavia, i governi locali abusano del loro potere, con la violenza e gli arresti per reprimere e intimidire le organizzazioni del lavoro, impedendo ai lavoratori cinesi di perseguire i diritti fondamentali del lavoro, compresa la libertà di associazione e il diritto allo sciopero e alla contrattazione collettiva.

Come organizzazioni e cittadini che lavorano per i diritti del lavoro, chiediamo al governo cinese di:
1. Rilasciare immediatamente tutte gli attivisti sindacali detenuti
2. Abolire le rappresaglie contro gli attivisti sindacali, le organizzazioni del lavoro e le organizzazioni della società civile.
3. Rispettare e proteggere lo sviluppo e le libertà della società civile, come prescritto dalla Costituzione Cinese.

Firma la petizione ora: https://goo.gl/iaGLJh

Cina  

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