[Messico] 'Jornaleros' di San Quentín in lotta

'Jornaleros'. Nei loro comunicati, manifesti e striscioni insistono su questo elemento. Lavoratori agricoli a giornata. Il segmento più ricattabile e ricattato, più sfruttabile e sfruttato. Perché lavori oggi e se ti pieghi e ti schiavizzi a sufficienza forse domani ti chiamo...forse!

Per la gran parte immigrati, una condizione che rende ancora più vulnerabile chi si trova già alla fine di una complessa filiera di sfruttamento su cui si basa la produzione agricola, lì come altrove.

Eppure, proprio loro per quasi tre mesi hanno dato vita ad una delle più straordinarie lotte che il mondo abbia mai conosciuto negli ultimi tempi. Alle 3 del mattino del 17 marzo scorso, circa 35 mila lavoratori agricoli a giornata, sono scesi in strada bloccando l'Autostrada Transpeninsulare che collega la Bassa California con la Bassa California del Sud. L'organizzazione di questa azione e di tutto lo sciopero durato per così tanti mesi è stato il frutto di un'esigenza primaria: la rivendicazione di una paga dignitosa, il pagamento dei contributi, il rispetto della giornata ad otto ore, il pagamento degli straordinari, il rispetto del giorno di riposo e la fine delle continue molestie sessuali da parte padroni alle lavoratrici.

La risposta repressiva del governo messicano non si è fatta attendere molto e il giorno seguente invia esercito e polizia che dispiegano l'intero armamentario a disposizione contro i lavoratori: lacrimogeni, cariche, proiettili di gomma, fermo di 70 giornalieri, e arrivano persino ad irrompere nelle case dei lavoratori e ad accanirsi su tutti, uomini, donne e bambini. Ma la lotta cresce e i jornaleros trovano la solidarietà dei maestri, dei professori e degli studenti delle scuole e delle università della Bassa California che si uniscono alla lotta.

Il 14 maggio si arriva ad una prima bozza di accordo con il governo, in cui si concretizzano le principali richieste da parte dei lavoratori tra cui una paga a 200 pesos al giorno anziché 120, l'inserimento degli jornaleros nei sistemi previdenziali e assistenziali dell'Instituto Mexicano del Seguro Social, e il riconoscimento giuridico in quanto sindacato nazionale del settore dell'Alleanza di Organizzazioni Nazionali, Statali e Municipali per la Giustizia Sociale, a cui si deve l'organizzazione dell'intero sciopero.

Il fronte patronale da subito disconosce gli accordi e propone un misero aumento salariale del 15%. Una proposta che da subito i 'confederali' messicani si mostrano pronti a firmare, la Confederación de Trabajadores de México (CTM), Confederación Regional Obrera Mexicana (CROM) e la Confederación Revolucionaria de Obreros y Campesinos, che, come seguissero un copione già a noi molto noto, da anni si distinguono per la difesa incessante delle forme di sfruttamento più note, con la firma di accordi costantemente al ribasso per i lavoratori. Il governo da parte sua si dichiara impotente, e il sottosegretario per il Lavoro e la Previdenza Sociale del Messico, Rafael Avante, dichiara che non si può fare proprio nulla per imporre un aumento salariale ai padroni! Bene, anzi male! Allora la lotta continua e non si ferma fino a che le cose non accenneranno a cambiare. E si arriva al 4 giugno scorso quando il fronte padronale, di fronte alla determinazione degli jornaleros, è costretto finalmente a cedere e firmare gli accordi. Punto controverso è il salario: non si arriva ai 200 pesos rivendicati ma ad una tabella salariale che va dai 150 ai 180 pesos. Mentre su tutti gli altri punti la vittoria è totale. E gli jornaleros sono soddisfatti, sì, ma hanno ormai smesso di avere paura e sono determinati a continuare la loro lotta e a riprendersi tutto!

“No hay lucha que no se gane con el esfuerzo de todos, No hubo temor ni algún miedo en absoluto para hacer historia, los JORNALEROS del valle de San Quintin son un claro ejemplo de VALENTÍA.”


 

 

 

 

 

 

 

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