[Belgio e Olanda] Lavoratori in lotta contro il dumping sociale dell’IKEA

La lotta che i lavoratori del polo logistico dell’IKEA a Piacenza stanno portando avanti almeno dal 2012 ha evidenziato alcune delle pratiche, dirette o preferibilmente indirette, che il colosso del mobile mette in campo per accumulare maggiori profitti. Ovviamente sulle spalle dei lavoratori.

In Italia, fino a questo momento, si tratta dell’utilizzo del sistema delle cooperative, che permette all’IKEA di non comparire come diretta controparte dei lavoratori, potendo così scaricare sulla cooperativa di turno tutte le responsabilità e di ergersi, magari, a madre caritatevole, volenterosa di appianare i conflitti che dovessero sorgere.

Nonostante il ruolo degli intermediari – le cooperative – i lavoratori hanno sempre individuato l’IKEA come reale controparte. Da diverse parti si sono alzate voci a difesa dell’azienda, che contestavano ai lavoratori in lotta l’insensatezza di ‘prendersela’ con la multinazionale svedese quando il datore di lavoro era in realtà una cooperativa. Un ragionamento sempre rifiutato dai lavoratori e da tutti coloro che sono stati al loro fianco.

Ora da Belgio e Olanda viene ribadita la correttezza di una lotta che addita IKEA come la vera controparte. Edwin Atema, del sindacato olandese FNV Bondgenoten, ha affermato: “Vogliamo mettere fine al gioco del gatto e del topo tra sindacati e compagnie di trasporto che fanno il loro lavoro. È l’IKEA ad essere responsabile per la sua politica di organizzare il ‘social dumping’ nel trasporto locale, sia in Belgio che in Olanda.”

Le parole di Atema fanno riferimento all’accusa che il suo sindacato, così come quello belga BTB (Belgian Transport Union), lanciano all’IKEA, che starebbe utilizzando manodopera a basso costo da paesi principalmente dell’Europa dell’Est. I due sindacati hanno lanciato una campagna internazionale secondo la quale questi lavoratori godrebbero di pochi diritti, sarebbero pagati ben al di sotto degli standard vigenti nell’Europa occidentale e sarebbero spesso costretti a dormire sui loro camion.

Guarda un breve video che mostra come funziona il sistema di dumping sociale messo in piedi dall’IKEA

Il 14 agosto, il BTB ha organizzato volantinaggi fuori tre negozi che l’IKEA ha in Belgio, a Hognoul (Liegi), Zaventem e Bruxelles. Il giorno successivo, il 15 agosto, è stata la volta del FNV Bondgenoten, che ha messo in piedi picchetti dinanzi agli IKEA store di tre diverse località olandesi, distribuendo ai clienti volantini e coupon che poi i clienti stessi consegnavano alle casse. Ben 2100 persone hanno così dimostrato il loro sostegno alla campagna contro il dumping sociale. Peraltro, va notato en passant, la pratica messa in campo da questi sindacati è esattamente la stessa che in diverse giornate di mobilitazione, lavoratori e solidali hanno messo in atto anche in Italia (l’ultimo esempio è quello di volantinaggi fuori 12 negozi IKEA il 26 luglio scorso).
Sono state peraltro lanciate campagne internazionali online, di cui probabilmente la più importante è quella di Labour Start, che ha già raccolto 11.000 messaggi di solidarietà con i lavoratori dei trasporti vessati dall’IKEA. Chiunque volesse può far sentire la propria vicinanza ai lavoratori lasciando un messaggio qui.

Tuttavia, rimaniamo convinti che l’aiuto più grande che si possa dare ai lavoratori sfruttati dall’IKEA, in Belgio ed Olanda come in Italia, Canada e Turchia, è prendere parte alle numerose iniziative di cui i lavoratori stessi si rendono promotori. Far girare le informazioni, mettere in evidenza l’ipocrisia dell’IKEA, partecipare ad un volantinaggio, ad un picchetto. In questo modo possiamo davvero essere parte di quel movimento più generale che può conseguire un’importante vittoria, che travalicherebbe i ristretti confini del magazzino di Piacenza o delle compagnie di trasporto in Belgio ed Olanda.

Fonte:
ITF Global

Ikea   Belgio  

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