Manager statunitense arriva in Cina per licenziare. Gli operai lo sequestrano in fabbrica

Può capitare che un manager statunitense giunga in Cina per portare a termine un’operazione inerente le cosiddette relazioni industriali e che rimanga nel paese un po’ di quanto avesse inizialmente previsto. È ciò che è accaduto a Chip Starnes, quarantaduenne co-proprietario della Specialty Medical Supplies, società che ha la sua sede in Florida (USA).

Da quattro giorni è infatti tenuto sotto sequestro nella sua stessa fabbrica da parte di un gruppi di circa 80 operai. “Mi sento come un animale in trappola”, avrebbe riferito alla Associated Press, parlando attraverso le sbarre di una finestra dell’edificio. “Penso sia inumano ciò che sta accadendo. Sono stato in questa zona per 10 anni e ho creato molti posti di lavoro e non mi sarei mai nemmeno sognato che potesse accadere qualcosa del genere”.

Ma cos’era andato a fare Mr. Starnes a Pechino?

Il manager era giunto nella capitale cinese per portare a termine il processo di chiusura del dipartimento che lavorava la plastica, avendone deciso la delocalizzazione a Mumbai, in India. L’ultimo passo era il licenziamento degli ultimi 30 lavoratori. Alcuni di questi lavoravano anche da 9 anni nell’azienda ed avranno dunque diritto ad un’indennità “piuttosto buona”, come l’ha definita lo stesso Starnes.

Una formalità, avrà pensato. E invece un gruppo di 80 operai, rivendicando un simile trattamento e timorosi di un paventato spostamento dell’intera produzione in India, hanno deciso di sequestrarlo all’interno dello stabilimento. Starnes sarebbe inoltre privato del sonno dagli operai che, a turno, accenderebbero le luci e batterebbero sulle finestre dell’ufficio in cui è rinchiuso. Ma lo scontro sembrerebbe vicino alla chiusura, considerato che Zhao Lu, del Public Security Bureau, ha affermato che “il conflitto sta per essere risolto”, anche se ha ammesso di non conoscere i dettagli della soluzione.

L’ultimo dato da segnalare è il comportamento che le autorità ufficiali avrebbero tenuto nel corso della vicenda. Secondo quanto riferito da Starnes l’avrebbero forzato a soddisfare le rivendicazioni operaie. Un simile comportamento più che dimostrare un sostegno delle autorità cinesi per i lavoratori, segnala la paura che hanno dei lavoratori e delle agitazioni cui danno luogo. La priorità per il governo è impedire che le agitazioni operaie si diffondano e prendano forza.

Fonte: The Star

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