"Questa è la nostra festa!" Il grido sindacale "unitario"

Il primo Maggio a Bagnoli e la risposta violenta dei sindacati Confederali si porta dietro una scia di menzogne e falsità che ancora girano in rete e sui quotidiani. Addirittura da più parti la notizia che gli stessi sindacati abbiamo sporto denuncia per 16 persone che il 1 Maggio sono state aggredite per aver chiesto di parlare dal palco della "festa del 1 Maggio" della loro situazione di lavoro, disoccupazione, precarietà.

Pensiamo che di ragioni dalla parte di chi ha inteso quella giornata coma momento di lotta e ha preteso di prendere parola, siano più che chiare e ancora più chiaro è che l'"unità sindacale ritrovata", di cui tanto si allieta il nuovo primo ministro Letta, non è altro che un nuovo tassello dell'attacco al lavoro. Di seguito ci limitiamo ad aggiungere un piccolo commento che contribuisce a mettere in mostra quanto le dirigenze sindacali di CGIL, CISL e UIL siano ormai anni luce lontani da coloro che dicono di rappresentare.

 

"Questa è la nostra festa! Questa è lanostra festa! Questa è la nostra festa! Questa è la nostra festa!"

Una frase ripetuta ben quattro volte, per essere sicuri che il concetto fosse chiaro. Dal servizio d’ordine allestito dai sindacati CGIL-CISL-UIL è questo il messaggio che è stato recapitato ai gruppi di lavoratori dell’Irisbus, di cassintegrati della FIAT di Pomigliano d’Arco, di disoccupati e di studenti che il 1 Maggio volevano semplicemente che fosse riconosciuto il loro diritto ad intervenire dal palco del concerto organizzato alla Città della Scienza di Bagnoli da CGIL-CISL-UIL. Quel diritto evidentemente non era tale per i tre principali sindacati italiani. In fondo si trattava di una ‘festa privata’ e, come ogni buona festa privata, non si voleva fosse disturbata – men che meno interrotta – a causa dell’azione di persone esterne.

Peccato però che quelle ‘persone esterne’ fossero lavoratori, disoccupati, studenti ed anche appartenenti al mondo di quei famigerati ‘neet’ di cui ogni tanto si scrive sui giornali ma di cui poi nessuno sa chi siano e cosa vogliono. Persone, spessissimo giovani, che non studiano, non lavorano e un’occupazione hanno anche smesso di cercarla perché tanto, ad eccezione del lavoro nero, non si trova nulla, a volte nemmeno a livelli di semi-schiavismo. Volevano parlare perché di idee ne hanno, checché ne dica Fassino dal palco di Torino, perché volevano raccontare delle loro vertenze, quelle degli operai dell’Irisbus di Flumeri (AV) e della FIAT di Pomigliano d’Arco, dove Marchionne decide di mandare a casa rispettivamente centinaia e migliaia di lavoratori col plauso della politica e le firme dei sindacati, della lotta per il lavoro, delle esperienze di lavoro nero che in tante e tanti hanno avuto.

Ma no, avevano chiaramente sbagliato giornata. il 1 Maggio a Bagnoli il servizio d’ordine di CGIL-CISL-UIL l’ha reso chiaro: il 1 maggio non è la giornata internazionale dei lavoratori; è, invece, la festa dei sindacati. Peccato… Peccato che in tante e tanti a questa visione del sindacato, che si vuole titolare di diritti di cui invece sono titolari le lavoratrici e i lavoratori in prima persona, a prescindere dalla loro affiliazione sindacale, hanno risposto rivendicando il diritto alla parola, al protagonismo. Hanno risposto rivendicando un 1 maggio che sia giornata (e anche festa, se è il caso) dei lavoratori e delle lavoratrici e non delle centrali e delle kermesse sindacali.

in particolare dal minuto 1:48 il concetto pare uscire chiaramente...

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