[Napoli] Clinica Villa Bianca. Qualche spiraglio e qualche prima considerazione.

Come Camera Popolare del Lavoro abbiamo seguito fin dall'inizio la vertenza portata avanti dalle lavoratrici della clinica Villa Bianca. La battaglia di 27 persone che, impiegate nel punto nascite di questa clinica convenzionata di Napoli, lottano per difendere il posto di lavoro e di tutti i loro colleghi degli altri reparti, anch'essi a rischio di licenziamento data la centralità proprio del punto nascite “nell'economia generale” di questa clinica.

Da questa lotta e dai lavoratori che vi hanno partecipato abbiamo imparato tantissimo e sono tante le cose che a tal proposito potremmo scrivere. Per tal motivo ci sembra il caso di andare oltre il mero aggiornamento sui fatti e avviare già da adesso qualche spunto di riflessione.

I dettagli delle vertenza, infatti, sono stati già da noi raccontati in altri testi[1, 2, 3]  che hanno cercato, sia attraverso i nostri articoli che attraverso le parole degli stessi lavoratori, di dare la massima visibilità possibile a questa battaglia e tentando anche di trarne gli elementi utili per proseguire con maggior efficacia la lotta nell'oramai sterminato comparto della sanità privata, convenzionata o meno che sia.

In questo articolo, invece, in vista degli ulteriori sviluppi che dovrebbero arrivare il prossimo lunedì, vogliamo sì fornire un ulteriore aggiornamento, ma permetterci anche qualche considerazione preliminare in attesa che la vicenda di Villa Bianca raggiunga un esito positivo.

Ci sarebbe inoltre davvero tanto da dire sulla privatizzazione della sanità ma, senza nessuna pretesa di elaborare un ragionamento esaustivo e complessivo su tale processo avviato ormai da tempo, è bene iniziare a mettere qualcosa “nero su bianco” rispetto alle conseguenze che produce e rende visibili non nel concreto funzionamento di questo comparto ma nelle mobilitazioni degli stessi lavoratori impiegati nel settore.

Per cominciare: cosa è successo.
Dopo mesi di interlocuzione tra le parti e il Commissario regionale alla sanità per permettere l'accreditamento all'azienda dei posti letto mancanti al fine del mantenimento del reparto nascite, qualche giorno fa le lavoratrici si vedono recapitare le lettere di licenziamento a casa. Il percorso della vertenza infatti, costellato da interessi economici e politici, è stato così travagliato che nel frattempo è cambiato anche il Commissario regionale. Quello che invece non è cambiato è l'atteggiamento intransigente dell'azienda la quale ha mantenuto costantemente la sua linea di condotta imponendo così, come pregiudiziale a ogni ipotesi di ritiro dei licenziamenti, l'aver ottenuto ciò che serve ai suoi profitti: i posti letto mancanti. Così la procedura per l'accreditamento dei posti e dei fondi per garantirne il reale funzionamento arriva ad un punto morto e nel frattempo l'azienda continua inesorabile a portare avanti le procedure per i 27.

Come abbiamo già raccontato, all'arrivo delle lettere di licenziamento le lavoratrici mettono in campo un sit-in davanti alla clinica e, in assemblea permanente, arrivano a bloccare i ricoveri per un paio di giorni.

Lo scontro e l'esasperazione arrivano al loro apice l'11 maggio. In questa giornata, in occasione dell'incontro che dovrebbe sbloccare la loro  situazione, i lavoratori e le lavoratrici di Villa Bianca scioperano restando in presidio per ore ed ore sotto la sede del Commissario regionale.

L'adesione alla protesta è massiccia e l'atteggiamento delle lavoratrici è davvero combattivo. Si urla e ci si fa sentire incessantemente, inchiodando le istituzioni alle loro responsabilità.

La riunione-fiume tra le parti che si svolge all'interno del palazzo vede seduti attorno a un tavolo i sindacati, l'azienda, il Commissario regionale e l'Asl e termina con un impegno scritto degli ultimi due enti per una soluzione che, sbloccando i posti letto mancanti e permettendo così all'azienda di mantenere aperto il reparto nascite, sembra poter concretamente scongiurare i licenziamenti.

Nonostante il comunicato congiunto elaborato dalla Asl e dal Commissario regionale assicuri di risolvere la situazione, riavviando così la procedura di accreditamento dei posti letto già il prossimo lunedì, l'azienda rifiuta il ritiro immediato dei licenziamenti come chiesto invece dai sindacati vincolandolo all'effettiva verifica dei passaggi promessi messi in campo dalle istituzioni: finché non si vedranno passi concreti i licenziamenti andranno avanti.
Nel frattempo i lavoratori, pur restando in agitazione, hanno ripreso la normale attività giudicando favorevolmente l'avvicinarsi della fine della loro battaglia, questa volta speriamo in via definitiva e con esito positivo.
Ovviamente c'è ancora da vigilare, è necessario restare con gli occhi aperti e aspettare lunedì per vedere se tutte le parti in causa rispetteranno gli impegni e manterranno le promesse scongiurando così i licenziamenti.
Fin qui la notizia.

Se quindi già sembra possibile intravedere l'esito positivo della vertenza e se in precedenza si è già ampiamente valorizzato lo spirito combattivo e la determinazione delle lavoratrici, gli elementi negativi che la battaglia Villa Bianca ha messo in luce fin dall'inizio son invece ben chiari.
Qui vorremmo solo iniziare ad elencare per poi meglio approfondire in un bilancio finale di questa lotta.

  • Da parte di quasi tutti gli attori in campo, il mantenimento dei posti di lavoro è stato strettamente legato al primario obbiettivo dell'azienda: l'accreditamento dei posti letto. Questa logica è stata introiettata dai lavoratori a tal punto che, se da un lato sono ben consci delle scandalose responsabilità istituzionali causa della loro situazione, dall'altro lato, invece, con estrema difficoltà contrastano quel ruolo da “vittima” che l'azienda si è ritagliata per sé arrivando in molte occasioni ad esserne i principali sostenitori.

  • Nella giungla dei servizi sanitari affidati ai privati accreditati i giochi politici, gli interessi economici, le clientele locali, i calcoli elettorali e i favoritismi di bassa lega costituiscono lo sfondo imprescindibile di queste vertenze che vedono i lavoratori in situazione di fortissima ricattabilità e vittime di un gioco sempre troppo più grande di loro: un gioco dalle regole davvero fumose. Risulta così difficilissimo per i lavoratori districarsi in questo “verminaio” dunque il meccanismo della delega, al di là di cosa si pensi nel merito del sistema della rappresentanza, ne esce rafforzato, specie nel contesto di fortissimo ricatto occupazionale.

  • La battaglia rischia molto spesso di configurarsi, nelle parole degli stessi lavoratori, come un confronto\scontro non solo con le controparti ma con il “concorrente” comparto pubblico. Ciò avviene attraverso la sottolineatura dei limiti e delle carenze del sistema sanitario nazionale a fronte di un privato, accreditato o meno che sia, presuntamente eccellente e “da salvare”.

Questi sono solo alcuni degli elementi che ci preme evidenziare.
Fin dall'inizio siamo stati al fianco dei lavoratori della clinica Villa Bianca. Ribadiamo, dei lavoratori.
Non siamo invece mai stati al fianco della dirigenza di un'azienda che piange miseria continuando però in ogni caso a godersi i propri personalissimi profitti che provengono dal lavoro altrui. Un'azienda che utilizza il ricatto occupazionale come arma di pressione sulle istituzioni minacciando i licenziamenti altrui.
Aspettiamo vigili le mosse che ci saranno lunedì ed esprimiamo come sempre la massima solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori che difendono il loro posto di lavoro contro tutti e contro tutto.

Rete Camere Popolari del Lavoro