[Saluzzo] Esplode la protesta per la casa

Saluzzo città borghese, Saluzzo città ricca, col suo contorno di banche e di frutta di alta qualità spedita nei mercati europei più ricchi. Saluzzo , città in cui appena fuori dal centro, si incontrano le famiglie sfrattate e i lavoratori stagionali. Migranti africani, bulgari, cinesi e non solo...

Gli africani sopratutto vivono nei campi: fino allo scorso anno baraccopoli di fortuna. Ora  è subentrata la Caritas a fare da stampella al sistema, togliendo le castagne dal fuoco ai padroni (la maggior parte Coldiretti: un vero e proprio potentato locale ben agganciato a Roma) allestendo una tendopoli in stile terremoto al Foro Boario di Saluzzo. Un pò come si è deciso di fare in tutta Italia: la Caritas sta allestendo tendopoli a Saluzzo, Rosarno, Foggia e così via, istituzionalizzando ormai di fatto la gestione emergenziale delle conseguenze di uno sfruttamento che non ha nessuna caratteristica dell’emergenzialità perchè non è inaspettato nè improvviso, ma ormai il quotidiano funzionamento della grande produzione agricola italiana. 

Così l’alloggio per questi lavoratori non è più un problema di chi guadagna sul loro sfruttamento: infatti qualcuno lavora a nero, quasi tutti in condizioni di lavoro grigio, ovvero con un contratto che possiamo definire tranquillamente falso: pochissime le giornate segnate, quasi nessun contributo versato. Moltissimi sono disoccupati, ma restano aspettando un ingaggio a singhiozzo che magari non arriverà mai.

E il sussidio di disoccupazione diventa un miraggio. Lo scorso anno ci fu una vera e propria rivolta a Guantanamò, spontanea e immediata dopo che il Sindaco decise di staccare l’acqua al campo. Quest’ anno la protesta è di nuovo esplosa, più organizzata e con rivendicazioni specifiche, “quantomeno trovate una casa per tutti” , ma si è duramente scontrata col volto nero della repressione delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni. Il pd saluzzese, sempre caritatevole e con quel senso di colpa cattolico che ti fa donare una coperta ma ti lascia schiavo, ha finalmente gettato la maschera ipocrita della pietas, schierandosi finalmente in maniera aperta contro i diritti dei lavoratori.

Qui sotto il comunicato sulla giornata del 13 ottobre, quando una delegazione dei lavoratori è stata ricevuta dal Sindaco di Saluzzo, e la piattaforma di rivendicazione dei lavoratori

SALUZZO - SOLO POLIZIA. IL COMUNE NEGA UN CONFRONTO POLITICO DOPO IL CORTEO PER LA CASA DI LAVORATORI E DISOCCUPATI

Di seguito le richieste portate stamattina al sindaco di Saluzzo dalla delegazione di cinque lavoratori e disoccupati - per lo più rifugiati - nel contesto dell'incontro ottenuto in seguito al corteo spontaneo di ieri pomeriggio, che si è mosso dalla tendopoli del Foro Boario fino in centro città per rivendicare "una casa per TUTTI" (non solo per gli accampati del Foro Boario, dunque...).

Quello che poteva essere un incontro politico, focalizzato su tematiche e bisogni portati da lavoratori e disoccupati, non si è rivelato altro che l'ennesimo evento utile a criminalizzare i "migranti stagionali". Dopo una settimana di pedinamenti, intercettazioni, blocchi stradali ed intimidazioni del tutto fuori misura da parte di Digos, Carabinieri e Polizia Locale, nei confronti di lavoratori, disoccupati e solidali - rei di riunirsi in assemblea (!) per dire ad alta voce che nei campi non si può vivere, nè si può immaginare di passare una vita "permanentemente temporanea", spostandosi da un campo all'altro da nord a sud, nella più totale precarietà destinata a diventare regola permanente ed ineludibile -, stamattina il Comune era presidiato internamente ed esternamente da un numero spropositato di forze dell'ordine.

A Saluzzo tutto viene sempre gestito in maniera scomposta (a spese dei contribuenti), come l'autorità pubblica ha tenuto a dimostrare anche durante il corteo di ieri, nel tentativo di reprimere qualunque presa di parola pubblica e politica sul tema della "casa", molto caldo in una città dove gli sfratti sono in aumento e sempre più persone si trovano in mezzo ad una strada senza che le istituzioni locali e/o nazionali sappiano offrire alcuna risposta (o anche solo una semplice capacità interlocutoria) adeguata.

I cinque lavoratori e disoccupati sono stati accolti al "faccia a faccia" con il sindaco da diversi esponenti della questura di Cuneo, polizia municipale, carabinieri, digos ed altri investigatori in borghese non meglio identificati, oltre a giornalisti, che però sono stati invitati ad uscire prima della fine, quando c'è stato un "saluto" a porte chiuse con identificazione dei delegati.

L'affollato "incontro", durato quasi TRE ORE, si è tenuto in assenza di alcun avvocato a tutela della delegazione ed è sostanzialmente servito ad istituzioni e forze dell'ordine per tentare di intimorire i lavoratori e disoccupati, minacciando che se ne non se staranno buoni per le tre settimane che li separano dallo sgombero, l'anno prossimo non ci sarà più accoglienza (i Carabinieri ieri erano stati meno prosaici, minacciando chiaramente che i permessi di soggiorno non sarebbero stati rinnovati ai manifestanti). Stamattina in Comune si è negata ai lavoratori ed ai disoccupati alcuna possibilità di confronto nel merito, le richieste da loro portate sono state definite irricevibili dal sindaco, in quanto a suo dire non rappresenterebbero la volontà degli accampati, ma esprimerebbero gli interessi di pericolosi sobillatori “bianchi” (e su questi temi, come oggi ha tenuto a precisare, il sindaco parla “solo con i neri” - Saluzzo, Cuneo, 2014).

Dunque, tre ore di tempo perso, tra identificazioni, schedature e teoremi in costruzione, a dimostrazione ancora una volta che l'autonomia di soggetti politici non rappresentati né rappresentabili, se non da sé stessi, fa paura. Fa paura tutto ciò che non può essere governato e “catturato” attraverso il discorso istituzionale, del tutto appiattito sulla logica dei campi stagionali; logica che, di fronte alla precarizzazione ed allo sfruttamento lavorativo di masse sempre più “disponibili” perchè spossessate, risponde istituzionalizzando la precarietà ed elevandola a sistema.

Disoccupati; lavoratori precari, sfruttati ed ancor più ricattabili quando migranti e soggetti alla Bossi-Fini; rifugiati buttati in mezzo ad una strada dallo Stato, senza un tetto, senza una residenza, senza un lavoro: situazioni sulle quali le istituzioni sono evidentemente impreparate e decisamente poco propense a dialogare (mentre tre ore di tempo per cercare di svilire la parola di cinque accampati le trovano). Istituzioni che fondano le loro (in)azioni sulla paura e giocano sempre e comunque sulla contrapposizione tra migranti e italiani, per cui l'importante è che lo "stagionale" resti il diverso, quello che toglie la casa e il lavoro all'autoctono, quello che se ne deve andare quando i campi chiudono, quello che non può assolutamente essere concepito come un soggetto nello spazio politico locale: davvero inconcepibile che queste persone possano volersi "fermare"

I lavoratori ed i disoccupati del Foro Boario, però, queste logiche strumentali hanno imparato a conoscerle e non le subiscono, perchè sanno che di fronte al dilagare della precarietà in ogni angolo della nostra vita, l'unica cosa da cercare è proprio l'unione e la solidarietà con i tanti saluzzesi precarizzati come loro, a rischio sfratto o senza casa, senza lavoro e senza prospettive.

L'incontro di oggi, se a qualcosa è servito, è stato quindi a dimostrare a tutti che solo attraverso l'unione e l'intelligenza collettiva di chi è precario, disoccupato, senza casa o a rischio sfratto sarà possibile trovare risposte all'insostenibile situazione di sfruttamento lavorativo e di precarietà abitativa che vivono gli accampati del Foro Boario, così molte altre persone e famiglie a Saluzzo. Le tre ore perse stamattina hanno chiarito ai lavoratori ed ai disoccupati che le autorità evidentemente non sono dei possibili referenti cui chiedere o strappare qualcosa. Le autorità non solo non hanno risposte, ma non sanno nemmeno dialogare, arrivano solo fino al "sorvegliare e punire".

La determinazione di lavoratori e disoccupati, in questo vuoto politico gestito militarmente, non potrà che rafforzarsi, così come - lo speriamo - l'unione e la solidarietà con i tanti saluzzesi - italiani e migranti - che in questo periodo di crisi si ritrovano, o rischiano di ritrovarsi, in mezzo ad una strada, sfruttati o senza lavoro, nè prospettive.

Stay tuned per materiali video e fotografici del corteo di ieri e per ulteriori aggiornamenti sulla situazione.




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